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S.A. 7 settembre 2013
Blue tongue, Zooprofilattico in campo
Blue tongue in Sardegna: 2.500 focolai ma mortalità bassa. Bene le misure sanitarie, necessario ridurre i fattori di rischio ambientali
Blue tongue, Zooprofilattico in campo

CAGLIARI – In uno scenario europeo in continuo cambiamento la Sardegna si trova costantemente esposta alla circolazione dell'insetto vettore della blue tongue, perciò alle misure sanitarie è necessario affiancare un'efficace riduzione dei fattori di rischio ambientale. Questo il dato emerso venerdì mattina a Cagliari durante il convegno organizzato dall'Istituto Zooprofilattico della Sardegna per fare il punto sulla situazione epidemiologica e le strategie di contrasto della malattia.

I focolai di blue tongue registrati alla data del 5 settembre dal Centro di Sorveglianza Epidemiologica dell'Izs sono oltre duemilacinquecento con una mortalità dei capi dello 0,7 per cento circa. I casi di malattia confermati sono 869, mentre i sospetti sono 1.674 per un totale di 2.543 allevamenti coinvolti e 5.400 ovini morti. In termini di focolai registrati, le province più colpite sono quelle di Nuoro (700 casi), Oristano (670) e Sassari (420) con una mappa della diffusione che coinvolge tutto il territorio regionale. La distribuzione degli episodi clinici risparmia in parte le coste del Nord e del Nord-Ovest e la provincia di Carbonia-Iglesias, la meno colpita, dove i casi di malattia verificatisi l’anno scorso hanno favorito una risposta immunitaria degli animali.

«La manifestazione della malattia è avvenuta con caratteristiche originali, perché è emersa contemporaneamente in tutta la Sardegna – ha detto il direttore sanitario dell’IZS, Paola Nicolussi -, mentre nelle precedenti epidemie il passaggio del virus avveniva per contiguità da un allevamento all’altro. Inoltre l’esplosione dei sintomi a luglio ha anticipato di un mese le attese dei picchi epidemici, che di solito si verificavano ad agosto». Il virus e le analisi. L’Istituto Zooprofilattico della Sardegna ha eseguito oltre 37mila analisi per la ricerca del virus e degli anticorpi negli animali, segno di contatto con l’agente patogeno. Dai test di laboratorio è stato accertato che il responsabile della nuova epidemia di lingua blu è il sierotipo 1 (BTV1), già riscontrato in passato, ma circolano anche il 16 e i sierotipi 2 e 4 responsabili delle vecchie epidemie, avvertono i veterinari dell’IZS.

«Il ricorso al vaccino, disponibile per i sierotipi 1 e 8, è indispensabile ma non basta a vincere questa nuova ondata – ha detto Sandro Rolesu, responsabile del Centro di Sorveglianza Epidemiologica dello Zooprofilattico -. Infatti i sierotipi della blue tongue sono ventiquattro e trovano terreno favorevole in Sardegna, dove sono presenti i fattori scatenanti della malattia: l’insetto vettore Culicoides imicola, la circolazione del virus e un patrimonio ovino sensibile. Il risultato è che ci troviamo esposti alla circolazione di tutti i sierotipi e all’introduzione di nuovi ceppi delle cosiddette malattie emergenti, favorite dalle alte temperature e dalla globalizzazione dei commerci – prosegue l’esperto -. Dunque la forma più efficace, insieme alle strategie sanitarie di contrasto già in atto, è la riduzione dei fattori di rischio ambientali e la limitazione della densità e del contatto fra insetto vettore e animali».

Impegno extra per le analisi. Per far fronte a questa recrudescenza della malattia e dare risposte tempestive alle richieste del comparto, l'Istituto Zooprofilattico ha approvato un Piano straordinario che prevede circa 300 mila euro di spesa per il potenziamento dei laboratori e l'assunzione a tempo determinato di due veterinari e sei tecnici di laboratorio, oltre all'attivazione di tutte le sinergie possibili con gli enti sanitari, le agenzie regionali, i comuni e le associazioni di categoria. I prossimi giorni, infine, partirà la campagna di sensibilizzazione predisposta insieme alla Regione. Il consiglio per gli allevatori resta quello di adottare le buone pratiche di igiene zootecnica che prevedono di evitare il ristagno delle pozze d’acqua e la proliferazione degli insetti.



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