Denuncia e appello della presidente Lega difesa per il cane, alle forze dell’ordine, al Comune e ai testimoni dell’uccisione del gattino del Forte della Maddalena
ALGHERO - «Il silenzio uccide sempre», sono queste le parole utilizzate da Eva Bianchi, presidente delle Lega per la difesa del cane della sezione di Alghero, nei confronti dei presunti due testimoni ancora ignoti del violento atto di
uccisione del piccolo gattino facente parte della spontanea colonia felina del Forte della Maddalena di Alghero, risalente a qualche giorno fa. La Bianchi vorrebbe che si ponesse giustamente fine a tali atti di violenza, tra l’altro sempre più frequenti, nei confronti degli animali, ma è convinta che sia necessaria la collaborazione dei più e per questo si rivolge ai testimoni dell’accaduto, al comando dei Carabinieri di Alghero, al comandante della Polizia Municipale del Comune di Alghero Guido Calzia, al futuro commissario prefettizio del Comune di Alghero, e all'ufficio Ecologia del Comune di Alghero.
«Ci domandiamo - si sfoga Eva Bianchi- come si possa vivere con un peso simile sulla coscienza, pensate se la vittima fosse stata un vostro caro o un vostro animale, avreste permesso che i responsabili restassero impuniti? Crediamo di no. La nostra rabbia è legata soprattutto al ricordo di quegli attimi, alla sofferenza di quel povero gatto di soli cinque mesi, che aveva conosciuto solo il lato buono dell'uomo, e che dalle carezze ricevute, all'improvviso, ha subito la violenza più estrema e vile da parte di soggetti pericolosi per la nostra comunità, usando un essere vivente e senziente inerme per sfogare il loro lato più malvagio e oscuro».
In particolare, dopo aver denunciato il fatto, alle forze dell’ordine chiede che «si controllino le zone a rischio dove sostano gli animali», mentre al Comune di Alghero che «si attivi per riconoscere queste colonie, segnalandone la presenza con dei cartelli e migliorando la luminosità di tali posti che, stranamente, sono sempre gli stessi dove accadono questi atti criminosi ai danni dei nostri animali d'affezione». Prega poi chiunque abbia visto o sappia qualcosa di riferirlo, anche in anonimato, alle autorità o alla sede della Lega per difesa del cane senza esitare, ricordando loro che «gli unici a dover temere la legge sono gli autori di tale gesto, e non i testimoni». Infine non dimentica di appellarsi ai cittadini per trovare al gattino superstite, nonché compagno di giochi di quello ucciso, una dimora sicura lontana dai pericoli della strada.
Nella foto d'archivio: Eva Bianchi