S.A.
20 gennaio 2014
Al Teatro Massimo arriva Pierfrancesco Favino
Debutto nell´Isola di "Servo per due/One Man, Two Guvnors" di Richard Bean con Pierfrancesco Favino, che firma pure la regia a 4 mani con Paolo Sassanelli, e gli attori del Gruppo Danny Rose. Appuntamenti dal 22 al 26 gennaio

CAGLIARI - Storie di malavita e incaute passioni, per una moderna versione di un classico del Settecento: sbarca nell'Isola – da mercoledì 22 gennaio alle 20.30 fino a domenica 26 gennaio nel cartellone de “La Grande Prosa al Teatro Massimo” di Cagliari - “Servo per due/ (One Man, Two Guvnors)” di Richard Bean nella mise en scène de Gli Ipocriti e Rep/ Gruppo Danny Rose con la regia di Pierfrancesco Favino, anche protagonista sul palco insieme agli attori del Gruppo Danny Rose, e Paolo Sassanelli. La pluripremiata pièce del drammaturgo inglese, liberamente ispirata a “Il servitore di due padroni” di Carlo Goldoni, racconta le peripezie di un moderno Arlecchino che per non soffrir la fame cerca di raddoppiare i suoi introiti, offrendo i suoi servigi contemporaneamente a un malavitoso in trasferta e a un noto criminale, e ingegnandosi in ogni modo di non far incontrare i suoi datori di lavoro affinché non scoprano l'inganno.
Se la versione inglese – che ha debuttato con successo di critica e pubblico al National Theatre di Londra nel 2011 ed è ancora in cartellone nel West End (e a Broadway) – è ambientata a Brighton nel 1960, la trasposizione italiana (con traduzione e adattamento di Pierfrancesco Favino, Paolo Sassanelli, Marit Nissen e Simonetta Solder) si sposta – o meglio “ritorna” -nel Belpaese, nella Rimini degli Anni Trenta. Nella città di Federico Fellini, il protagonista, Pippo – interpretato da Pierfrancesco Favino – si ritrova disoccupato e affamato, e per sbarcare il lunario finisce con il farsi assumere contemporaneamente da Rocco, un delinquente del Nord Italia di passaggio per affari e da Lodovico, altro noto esponente della malavita. Il “servo per due” cerca di sbrigare al meglio i diversi incarichi, ma rischia a ogni istante di confondersi e tradirsi, mentre si preoccupa di evitare che i due padroni si incontrino e scoprano l'imbroglio; quelli a loro volta nascondono segreti traffici e tutto si complica irrimediabilmente, in un susseguirsi di gags e battute, equivoci e scambi di persona che danno vita a situazioni comiche, con un esilarante crescendo che tocca punte grottesche, fino a sfiorare la tragedia, e di nuovo volgere all'ironia.
Una giostra di emozioni – dall'atavica fame di Pippo/Arlecchino all'amore – per uno spettacolo che attinge alla tradizione della commedia dell'arte, per riproporla in chiave contemporanea: in scena con Pierfrancesco Favino, un nutrito cast che schiera (sul palco cagliaritano) Bruno Armando, Gianluca Bazzoli, Haydée Borelli, Claudio Castrogiovanni, Pierluigi Cicchetti, Ugo Dighero, Stefano Pesce, Marina Remi, Diego Ribon, Chiara Tomarelli, Thomas Trabacchi e Valentina Valsania. L'affiatato ensemble – reduce da intensi mesi di prove – comprende anche la piccola orchestra Musica da Ripostiglio, con Luca Pirozzi alla chitarra, voce e banjo; Luca Giacomelli alla chitarra; Raffaele Toninelli al contrabbasso e voce e Emanuele Pellegrini alla batteria, percussioni e voce. C'è anche un pizzico di Sardegna, nel progetto nato dall'incontro tra Pierfrancesco Favino e Marco Balsamo: i costumi portano la firma del cagliaritano Alessandro Lai, allievo di Piero Tosi e Gabriella Pascucci, che spazia dal teatro d'opera al cinema – da Zeffirelli a Ozpetek – e qui si diverte a citare “Amarcord” ma anche i primi film con Vittorio De Sica. Le scenografie che restituiscono l'atmosfera rarefatta di una Rimini rigorosamente Anni Trenta sono di Luigi Ferrigno, il disegno luci di Cesare Accetta e le coreografie di Fabrizio Angelini.
Nella foto: Pierfrancesco Favino in scena
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