A.B.
1 settembre 2014
A Carloforte Dall’isola dell’isola di una penisola
Inizia giovedì la diciottesima edizione del Festival organizzato da Botti du Shcoggiu. Fino a domenica, mostre, concerti, teatro e teatro circo

CARLOFORTE –
Da giovedì 4 a domenica 7 settembre, un ricco programma di mostre, concerti e teatro per festeggiare la “maggiore età” di “Dall’isola dell’isola di una penisola”, il festival organizzato da “Botti du Shcoggiu”. Malgrado i forti tagli subiti, festeggia i suoi primi diciotto anni di vita il festival di arti varie. E lo fa, per il folto pubblico che ogni anno ne segue il percorso e dopo l’anteprima di agosto con Paolo Migone e con le proposte dedicate ai più piccoli, con un ricco programma composto, ancora una volta, da mostre, concerti, teatro e teatro circo. Il tutto, negli angoli più suggestivi di Carloforte ed in spazi talvolta recuperati e restituiti al pubblico proprio grazie al festival.
Un festival che fin dal titolo vuole segnare la distanza culturale e geografica dal resto della Sardegna e dell’Italia. A fondarlo e dirigerlo sono Riziero Moretti e Susanna Mannelli, che trent’anni orsono, arrivando da Roma, hanno deciso di fare dell’isola di San Pietro e del suo unico piccolo comune Carloforte la loro casa ed il luogo del proprio destino sentimentale e professionale ed hanno fondato nel 1994 l’associazione Botti du Shcoggiu (in carlofortino significa “Germogli degli scogli”). Dal 4 al 7 settembre, quattro giornate per il pubblico adulto. Dopo la parentesi del 2013, che aveva visto il festival ospitare il progetto europeo “In viaggio con l’arte da Tulkarem” a Carloforte, per coltivare il seme della diversità con la presenza degli artisti del “Dar Qandeel”, ed il progetto mediterraneo itinerante “Armada”, il festival torna alla programmazione tradizionale con spettacoli serali e notturni ospitati nel palco centrale di “Porta Leone” e del “Giardino di Note”.
Il festival si aprirà giovedì, alle ore 21.30, con la presentazione della mostra fotografica “20 anni di Botti”, curata dalla fotografa Magali Leone e dedicata ai venti anni di attività dell’associazione “1994/2014”. I concerti torneranno al Giardino di Note e vedranno nell’ordine esibirsi il locale Battista Dagnino (giovedì, 22.30), la cantautrice Joan Thiele (venerdì 5, ore 22.30), i parigini Swing Deluxe (sabato 6, 23.30) veri specialisti dello stile jazz manouche reso celebre da Gjango Reinhardt, ed il grande Gavino Murgia trio (domenica 7, ore 22.30). In particolare Murgia, Michel Godard e Patrice Heral, presenteranno il progetto musicale “L’ultima mattanza”, prodotto dagli stessi Botti du Shcoggiu e da Gavino Murgia e registrato lo scorso anno nel teatro “La Bottega a Carloforte” per denunciare il commercio massivo di tonno rosso (storica risorsa economica di Carloforte) per soddisfare i ricchi mercati giapponesi.
Nel cartello del festival, da qualche anno non manca un appuntamento con il nuovo circo, che punta a selezionare le giovani eccellenze europee. È il caso de “Il cabaret Dekalè”, presentato dai francesi della “Compagnia My!Laika”, uno spettacolo frutto di un montaggio scenico di diversi numeri di circo e che andrà in scena sabato, alle 22. La compagnia, avendo ormai rinunciato a capire il mondo, decide di attingere all’incomprensibile per creare il proprio universo fantasmagorico. I protagonisti di questo spettacolo rifiutano la narrazione lineare, lasciando volentieri ai grandi scrittori il compito di scrivere storie. Allora, il loro collage tridimensionale si compone d’immagini che si mescolano a suoni, persone, cose e fatti strani, in un turbine d'acrobazie fisiche e musicali. Tratti di sadismo contornano la stupidità dell’azione circense, disquisizioni filosofiche, antiche danze indiane, qualche botta. Come sempre, il vero protagonista è il rischio, il più grande… quello di essere compresi.
Infine, torna anche il progetto tutto al femminile Visioni, che Susanna Mannelli, direttrice artistica del festival ha dedicato al teatro di narrazione con tre produzioni: Flora Tristan, dedicato alla figura della grande scrittrice socialista e femminista francese, qui interpretata in modo intenso da Marcella Pellerano (venerdì 5 agosto ore 19.30), Alda Merini, i giorni dell’innocenza con Isabella Carloni, scritto e diretto da Antonio Lovascio (sabato 6 settembre ore 19.30) e La donna scheletro (domenica 7 agosto ore 19.30): tre storie di donne che si perdono nelle notte dei tempi cantate e affabulate da una “cuntatora”, l’attrice Felipe Moretti, che incarnando le vicende delle protagoniste ci porta a riflettere su “una vita al femminile”. La forza e il legame creativo che lega la donna alla terra ne fanno un essere umano ancora tutto scoprire, da ascoltare, su cui riflettere per tessere quella trama di relazioni di cui si nutre la nostra umanità.
Nella foto: Joan Thiele
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