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16 marzo 2006
«Cagliari vuole portarci via i voli low cost»
Lo denuncia il consigliere provinciale Giannetto Satta. Nel corso della seduta odierna del consiglio provinciale. Rassicurazione del vicepresidente della Provincia, Franco Borghetto. Semmai, è il parere di Borghetto, «i problemi dell’aeroporto di Alghero sono altri, a iniziare dalle difficoltà di bilancio della società di gestione»

SASSARI - «Cagliari vuole portarci via i voli low cost». Lo denuncia il consigliere provinciale Giannetto Satta. Nel corso della seduta odierna del consiglio provinciale, l’esponente di Forza Italia ha reso pubblici «i timori e i malumori raccolti nel corso di alcuni colloqui con operatori del settore turistico». Secondo Satta, sarebbe in atto «il tentativo da parte dell’aeroporto di Cagliari, con la complicità della Regione, di concentrare nel sud dell’isola l’attività delle compagnie che applicano tariffe low cost». Inaccettabile, rincara il consigliere di opposizione, che invita l’amministrazione provinciale a «intervenire urgentemente per scongiurare la minaccia rappresentata dall’ennesimo scippo che verrebbe compiuto ai danni del territorio». Di fronte all’allarme lanciato da Giannetto Satta «questa giunta si impegna a raccogliere tutte le informazioni necessarie e ad attrezzarsi per evitare che un simile progetto, di cui non abbiamo alcuna notizia, si possa concretizzare», è la rassicurazione del vicepresidente della Provincia, Franco Borghetto. Semmai, è il parere di Borghetto, «i problemi dell’aeroporto di Alghero sono altri, a iniziare dalle difficoltà di bilancio della società di gestione». Sui quali la Regione, come è stato ribadito anche di recente, ha gravi responsabilità. «Ma non penso che nessuno voglia mettere in pericolo la politica del low cost – ha precisato il vicepresidente – che negli ultimi anni si è rivelata strategica». Un auspicio, il suo, cui si associa lo stesso Giannetto Satta, per il quale «Alghero è la capitale sarda dei voli low cost, il nord-ovest Sardegna per primo ha scommesso su un sistema di trasporti aerei che ha dato impulso al mercato turistico in bassa stagione». Rinunciarci, conclude Satta, «significherebbe accettare la fine di un ciclo».
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