Marcello Simula
17 giugno 2006
Lingue sarde a confronto: «Servono decisioni importanti»
Alla presenza dell’assessore regionale della Cultura Elisabetta Pilia, a fare gli onori di casa è stato Carlo Sechi, dell’Obra cultural, che ha sottolineato l’importanza della recente normativa regionale in materia di tutela linguistica

ALGHERO - Unità nella diversità: lingue sarde a confronto stamattina nella sala consiliare di palazzo civico. L’incontro, promosso dall’associazione dell’Obra cultural, sotto il patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna, arriva a termine di un percorso che ha fatto tappa in vari centri nell’Isola, comparando i vari problemi delle diversità linguistiche all’interno dell’area più vasta sardo - parlante. Alla presenza dell’assessore regionale della Cultura Elisabetta Pilia, a fare gli onori di casa è stato Carlo Sechi, dell’Obra cultural, che ha sottolineato l’importanza della recente normativa regionale in materia di tutela linguistica: «Adesso c’è bisogno di prendere decisioni importanti», ha detto Sechi. «Alghero, pur sentendosi parte integrante della “nazione” sarda, continuerà una stregua difesa della sua diversità». Per Sechi la salvaguardia del particolare è un problema comune anche alle altre parlate isolane, una questione che oltre ai provvedimenti istituzionali, merita un coordinamento allargato. L’assessore alla Cultura Elisabetta Pilia ha poi messo in risalto le attività promosse dalla giunta regionale in merito all’identificazione di un Sardo Comune come lingua istituzionale: «Pur rispettando le diversità interne della lingua - ha spiegato la Pilia - bisogna unire l’immagine dell’Isola in una lingua da bandiera, connotando la lingua della Sardegna all’interno e all’esterno». I progetti regionali, come esposti dall’assessore, si orientano verso l’insegnamento scolastico nel ciclo d’istruzione primario e nella formazione di personale amministrativo per calare definitivamente la lingua nel campo delle istituzioni, oltre che dotare le lingue sarde di una normativa ortografica e linguistica di riferimento. Diego Corraine e Don Antonio Nughes hanno poi riproposto alcune strade di valorizzazione della lingua. Corraine, dell’Uffitziu de sa limba Sarda, ha sottolineato l’importanza dei media nella riscoperta della lingua, mettendo poi in risalto la frammentarietà come carattere congenito essenziale della lingua aarda. Per la lingua algherese è stato invece don Antonio Nughes a mostrare i risultati della lavoro di valorizzazione linguistica in città: la scuola di Algherese e l’uso della lingua nella liturgia. Le due attività, come esposto da don Nughes, sono ormai attive entrambe da più di vent’anni e puntano a restituire agli algheresi l’uso di una lingua scritta e istituzionale che rischiava di scomparire. «Non possiamo che essere soddisfatti nel vedere che i nostri tanti progetti cominciano a istituzionalizzarsi» ha detto poi Don Nughes, che non ha nascosto però una vena di rammarico: «Spero solo che non vengano dimenticate quelle associazioni che ancora oggi rappresentano la vera anima del processo di salvaguardia delle diverse identità linguistiche».
Nella foto l´incontro di Alghero
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