Mariangela Pala
22 ottobre 2015
Civiltà è Progresso: «cittadini assuefatti ma non ci arrendiamo»
Un’assemblea pubblica poco partecipata quella che si è svolta ieri, presso la sala Filippo Canu, organizzata dall’associazione Civiltà è Progresso, alla presenza degli avvocati Teresa Siciliano e Franco Dore e il presidente regionale di Adiconsum, Giorgio Vargiu

PORRTO TORRES - Un’assemblea pubblica poco partecipata quella che si è svolta ieri, presso la sala Filippo Canu, organizzata dall’associazione Civiltà è Progresso, alla presenza degli avvocati Teresa Siciliano e Franco Dore e il presidente regionale di Adiconsum, Giorgio Vargiu. Forse la pioggia o anche la stanchezza per una situazione che si ripete di settimana in settimana, di mese in mese, in fotocopia con le stesse modalità con cui si vieta di continuo l’utilizzo dell’acqua da bere e per la preparazione degli alimenti.
«Siamo assuefatti ma anche esasperati da questa situazione di disagio che ci spinge a continuare a lottare attraverso la class action che verrà depositata nel tribunale regionale di Cagliari», ha detto la presidente dell’associazione Civiltà è Progresso, Alba Rosa Galleri che ha messo in rilievo il periodo di divieto: 115 giorni su 290, quattro mesi su dieci è il tempo di questo scorcio di 2015, in cui è fatto divieto di utilizzo dell'acqua di rete perché inquinata da alluminio e manganese, due metalli pericolosi per la salute che nel tempo danneggiano le cellule cerebrali.
Dopo la relazione della presidente dell’associazione, il presidente del consiglio comunale, Loredana De Marco ha spiegato il tentativo di collaborazione del Comune con la società Abbanoa, esprimendo la volontà di proseguire nell'azione legale intrapresa contro Abbanoa già dalla precedente amministrazione. L’avvocato Franco Dore ha poi illustrato l’azione di classe, strumento di tutela finalizzata all’accertamento delle responsabilità e al risarcimento dei danni, finalizzata alla tutela dei diritti individuali, laddove ci siano dei disservizi in danno dei consumatori, utenti del servizio pubblico.
«In questa vicenda di Abbanoa c’è un danno collettivo, all’immagine, alla prospettiva all’interesse turistico della città che ha diritto di vivere in un contesto ambientale sano», ha sottolineato l’avvocato. Il danno è ancora più grave in una situazione in cui Abbanoa è monopolista, dove l’utente è obbligatoriamente vincolato ad essere contraente di un gestore che non soddisfa per le prestazioni inadeguate, e rispetto al quale non si è dotati dello strumento di recesso.
Danno patrimoniale e danno dovuto ai continui disagi che ledono i diritti dei consumatori, costituiscono il “pacchetto risarcibile” da presentare attraverso la class action, promossa dall’associazione Civiltà è Progresso, assunta da un certo numero di cittadini e da Adiconsum (Associazione italiana difesa consumatori e ambiente) preposta alla tutela dei consumatori, che sostiene la causa. Il processo si svolgerà a Cagliari dove il tribunale dovrà stabilire se l’azione di classe è ammissibile o meno. In caso di esito positivo si procede con le adesioni da parte dei cittadini.
A chiudere l’incontro il presidente regionale Adiconsum, Giorgio Vargiu, impegnato ormai da qualche anno nell'azione di tutela dei diritti degli utenti, “umiliati” dal gestore unico del servizio idrico che oltre ad erogare acqua non potabile, adotta comportamenti contrari al codice del consumo, usa metodi vessatori, compie abusi soprattutto ai danni degli utenti più deboli e indifesi. Vargiu ha anche illustrato il recente provvedimento dell'Antitrust, che ha comminato una sanzione di 1 milione e 80mila euro ad Abbanoa per la condotta definita “scellerata” nei confronti dei sardi. Il presidente Adiconsum ha infine sottolineato l’importanza del fondo di solidarietà per morosità degli utenti incolpevoli.
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