Mariangela Pala
6 novembre 2015
«Eni lascia la chimica verde»: dubbi su Porto Torres
Le segreterie nazionali dei chimici Cgil, Cisl e Uil, pur prendendo atto delle rassicurazioni di Eni sulla salvaguardia dell’occupazione e dell’attuale Piano Industriale di Versalis, hannno espresso tutte le loro perplessità in ordine alle preoccupazioni sulla tenuta della filiera chimica in Italia

PORTO TORRES - «Il piano Eni esclude in prospettiva il paese ed alcune importanti filiere industriali - dall'estrazione, alla raffinazione, alla chimica - con il rischio concreto di un disimpegno ed un secco ridimensionamento», affermano i segretari generali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil Emilio Miceli, Angelo Colombini, Paolo Pirani, nel corso della riunione del coordinamento sindacale del Gruppo Eni di oggi.
«Eni con il nuovo piano di riassetto abbandona la 'chimica verde' e la relega a fanalino di coda dell'Europa, procede con l'azzeramento di altri investimenti previsti, mentre l'interesse sembra rivolto esclusivamente ai mercati internazionali», si legge nel documento sindacale. «Ancora una volta – aggiungono i sindacati di categoria - ci troviamo di fronte a un'occasione perduta: si accumulano tagli nei processi di riconversione, insieme a un abbandono di siti importanti come Porto Marghera, Porto Torres, Gela e alla stessa incertezza della prospettiva industriale di Saipem».
Le segreterie nazionali dei chimici Cgil, Cisl e Uil – pur prendendo atto delle rassicurazioni di Eni sulla salvaguardia dell’occupazione e dell’attuale Piano Industriale di Versalis – hannno espresso tutte le loro perplessità in ordine alle preoccupazioni sulla tenuta della filiera chimica in Italia e sul rischio che una ipotesi di cessione di quote, in una fase caratterizzata dal basso costo del petrolio, possa generare appetiti speculativi. E per rispondere al piano dell'Eni sono state proclamate due ore di sciopero articolate a livello territoriale.
Il 28 novembre, invece si svolgerà una grande assemblea pubblica nazionale a Roma con i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil Camusso, Furlan, Barbagallo che deciderà eventuali ed ulteriori azioni di lotta, sotto accusa la politica industriale del gruppo: la chimica in Italia è Eni e in Eni la chimica è settore in negativo. Il gruppo, per circa il 30% azienda pubblica con Cassa Depositi e Prestiti, potrebbe a breve essere un altro degli asset che il Governo si appresta a vendere.
|