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Mariangela Pala 14 novembre 2015
Difficile integrazione Rom: inchiesta a Porto Torres
Una città ospitale con i migranti, tollerante coi vu cumprà, intollerante ai limiti del razzismo nei confronti dei Rom, per la maggior parte cittadini turritani
Difficile integrazione Rom: inchiesta a Porto Torres

PORTO TORRES - Una città ospitale con i migranti, tollerante coi i>vu cumprà , intollerante ai limiti del razzismo nei confronti dei Rom, per la maggior parte cittadini turritani. È questo il quadro che emerge da un’inchiesta condotta su un campione di 500 portotorresi maggiorenni, equamente suddivisi per sesso, classificati in base a sei classi d’età e cinque per titolo di studio, e pubblicata sul periodico cittadino Il Corriere del Turritano. I risultati sono stati illustrati dal giornalista Emanuele Fancellu nel corso di due partecipati incontri tenuti nei locali della Libreria Koinè: nel primo erano presenti diversi migranti ed ambulanti, nel secondo membri della comunità Rom, oltre a diversi amministratori di maggioranza ed opposizione.

«Capiamo le loro difficoltà, sappiamo che scappano da situazioni drammatiche e, nonostante le difficoltà economiche, pensiamo di poterli aiutare accogliendoli in città - ha premesso Emanuele Fancellu -. Quasi tutti gli intervistati sono a conoscenza del fatto che a Porto Torres sono presenti due strutture che ospitano migranti ed il 62% dei turritani si dimostra disponibile nei loro confronti”. Situazione differente ma non troppo, in fondo, per quanto riguarda i vu cumprà: «quasi un portotorrese su due si dice favorevole alla loro presenza nelle spiagge o per le strade cittadine perché, nonostante a volte ci infastidiscano, capiamo che stanno provando a sopravvivere» ha spiegato il giornalista. Differente la situazione per ciò che concerne la comunità Rom ed il campo nomadi.

«La domanda riguardava la presenza del campo nomadi in città - ha specificato Emanuele Fancellu -, ma l’esito pare essere più un referendum sulla comunità Rom. Il risultato è chiaro: il 71% degli intervistati si dice contrario alla presenza del campo o meglio, dei nomadi in città. Una parte minoritaria afferma d’essere avversa ai campi ritenendoli dei ghetti, fattore di esclusione più che di inclusione, ma la maggioranza qualifica i Rom con epiteti poco lusinghieri ed in molti casi di stampo puramente razzista».

Dopo avere parlato di vari progetti di inclusione di migranti, Rom e comunità di stranieri presenti in città il vicesindaco e assessore alle Politiche Sociali Sebastiano Sassu ha parlato del campo: «penso non debba esistere, ci vuole un’integrazione sul modello di quanto accaduto ad Alghero. I campi esistono solo in Italia. Conosco bene il regolamento del campo, ma non è mai stato attuato. Adesso ho chiesto ed ottenuto dalla comunità Rom tre nomi per redigere regole finché non si troverà un’altra soluzione, perché i Rom si vogliono integrare e bisogna studiare insieme un percorso di integrazione».

In chiusura, l’intervento di Massimo, esponente della comunità Rom. «Questi dati ci hanno molto scosso, ci sono brutte parole nei nostri confronti – ha detto l’uomo -. Noi siamo da trent’anni a Porto Torres, ma i portotorresi non ci conoscono: se non ci confrontiamo, come possiamo integrarci? Purtroppo viviamo in un ghetto e vorremmo fosse chiuso. Vorremmo un’integrazione ed una sistemazione, vogliamo una vita dignitosa».



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