Red
15 novembre 2015
Rossella Faa, concerto-spettacolo al Massimo
Doppio concerto-spettacolo e incontro con l´artista al Teatro Massimo di Cagliari per riscoprire il piacere d´invecchiare e i privilegi e la grazia della terza età

SASSARI - S'intitola “Bella Bella” il nuovo album della cantante, musicista e compositrice, nonché attrice e istrionica performer Rossella Faa, interamente autoprodotto dall'artista con il Teatro del Segno: un libro/cd, in una duplice versione, con una prima tiratura di 1400 copie e una serie speciale numerata di 100 pezzi realizzati “a mano” dall'autrice, su una carta particolare, di un'inconfondibile tonalità di giallo - «la carta per incartare il pesce del Mercato di San Benedetto».
La presentazione del disco sarà in forma di concerto/spettacolo con un doppio appuntamento - mercoledì 18 e giovedì 19 novembre alle 21 al Teatro Massimo di Cagliari, nella Sala MiniMax – con le canzoni e i racconti di “Bella, bella, bella … sa Beccesa” tra sonorità sudamericane, in un'atmosfera da balera o da milonga, per riscoprire il fascino e i privilegi della terza età.
Sotto i riflettori Rossella Faa – moderna cantastorie – alla testa dell'affiatato ensemble formato da Giacomo Deiana alla chitarra e Nicola Cossu al contrabbasso con Stefano Sibiriu alle percussioni per un intrigante viaggio tra parole e note, impreziosito da immagini “a tema”, e proposto in chiave (auto)ironica e poetica come un «antidoto alla paura d'invecchiare».
Sull'Isola dei centenari nascono le melodie di “Bella Bella” - un inno alla «libertà di poter fare, finalmente, quel che si vuole, senza curarsi delle opinioni e delle chiacchiere della gente: è il segreto che fa della vecchiaia una fase molto interessante e ricca della vita, in cui si raccolgono i frutti delle esperienze passate e delle scelte compiute», come racconta Rossella Faa, e di “Sa Meba Pirongia” in cui il gusto acidulo e la fragranza della mela cotogna diventano metafora delle diverse stagioni dell'esistenza. Ritratti in musica – l'immancabile “Sig. Rosa” che «at biu cosas chi nosu no poteus mancu pensai» (ha visto cose che noi non possiamo neanche immaginare) – e “Bah! Miticòi ca...” per un sogno ad occhi aperti che potrebbe diventare realtà, oltre ad un fantastico apologo sulla “Babaiecca” che si trasforma in invito alla gentilezza.
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