Dopo la denuncia dell’associazione Il Labirinto, ora è un gruppo di pazienti e famiglie del Centro di Salute Mentale di via Paoli a lamentare la carenza di personale e servizi
ALGHERO – Il Csm di Alghero nella bufera. Dopo la denuncia dell’associazione "Il Labirinto" [
LEGGI], ora è un gruppo di pazienti e famiglie (che preferisce restare anonimo) del Centro di Salute Mentale di via Paoli a scrivere alla redazione del
Quotidiano di Alghero. «Siamo preoccupati e indignati perché non abbiamo le cure che sono un nostro diritto e perché non capiamo quello che sta accadendo. Da anni non abbiamo più la possibilità di avere colloqui e di fare i gruppi con la psicologa. I medici cambiano sempre e ci viene comunicato solo da un giorno all’altro» si legge nella missiva. Due professionisti, inoltre, sono stati trasferiti nelle ultime settimane: «siamo solo numeri che si possono tagliare ma perché non tagliate il nostro malessere prima di tagliare noi?»: è l’amaro commento degli utenti.
Di più: lamentano di come «da tempo non c’è più un assistente sociale che per noi era un riferimento e una sicurezza, che si preoccupava sempre per noi e risolveva i nostri problemi». Via anche l’unica educatrice rimasta (in passato ce ne sono state anche quattro contemporaneamente ndr). Migrazioni che potrebbero essere destinate a Sassari, dove stanno riaprendo un centro chiuso qualche anno fa in via Sennori. Mentre ad Alghero si assiste alla chiusura del centro diurno che, dopo la pausa estiva, non ha più riaperto i battenti. «Ma perché? Prima c’erano gli infermieri e ci sono ancora. Forse trasferiranno anche loro?» si chiedono i pazienti. Alcuni di loro sono di Thiesi, Pozzomaggiore, Cossoine, Bonnanaro e protestano contro la riduzione degli orari ambulatoriali. «Era già difficile poter vedere il medico e gli infermieri solo due giorni alla settimana e con l’ambulatorio sempre pieno, e adesso ci dicono che verranno solo un giorno e che se abbiamo bisogno dobbiamo andare ad Alghero ma solo se è urgente» sottolineano ancora nella lettera.
Ancora e sempre più disagi con la chiusura del Csm di Alghero nei pomeriggi (solo due giorni resta aperto sino alle 17) e il sabato. L'altra soluzione prospettata è il pronto soccorso di Sassari con uno psichiatra sempre a disposizione. «Ma noi non abbiamo bisogno del primo psichiatra che passa. Noi dobbiamo confidarci, parlare, fidarci del medico che conosciamo e che ci conosce. Abbiamo bisogno di quello che hanno gli altri pazienti di Roma, Milano, Cagliari. È un bisogno e un nostro diritto» incalzano. E infine parlano del futuro della struttura: «i vari progetti regionali prevedono la chiusura di ospedali e strutture, ma in questi progetti non abbiamo mai letto che il Csm di Alghero deve chiudere. Sono motivi economici? Allora fateci vedere i conti e fateci vedere come sono gestiti. Forse ci sono altri motivi che noi non sappiamo e non riusciamo a capire. Siamo preoccupati e arrabbiati, come dicono tutti siamo matti, ma non siamo scemi».