Red
13 novembre 2016
Oncologia e spiritualità a confronto
Giornata di studi dal titolo “La sopravvivenza in oncologia: risultato clinico e suo significato spirituale”. Medici e religiosi si sono confromtati su centralità del paziente

CAGLIARI - La centralità della paziente affetta da tumore, la sua storia personale e il contesto sociale. Ancora l'importanza di tutelare la qualità della vita e il ruolo della spiritualità. Intorno a queste coordinate si è articolata la giornata di studi dal titolo “La sopravvivenza in oncologia: risultato clinico e suo significato spirituale” che si tenuta ieri 12 novembre 2016 dalle ore 9,00 alle 15 presso l'Aula Magna del Seminario Arcivescovile in Via Monsignor Cogoni a Cagliari. Il tema della giornata di lavori, quanto mai delicato ha messo a confronto autorevoli esponenti del mondo accademico, della sanità locale e nazionale e rappresentanti di confessioni religiose differenti: La Chiesa Cattolica, la Scuola di Buddismo Zen Sanboji - Tempio Dei Tre Gioielli di Parma, la Chiesa Battista Evangelica e dell'induismo del Centro Studi Bhaktivedanta di Pisa.
I vari relatori invitati, sono chiamati ad affrontare i temi dell'equilibrio tra la gestione clinica e il mantenimento dello stato di benessere ottimale, patologie tumorali della donna con ridotte capacità di guarigione e ancora il ruolo della spiritualità per la tutela di una buona qualità della vita della paziente. «L'obbiettivo é mettere il paziente al centro dell'attenzione - ha sottolineato Antonio Macciò direttore reparto ginecologia oncologica del Businco. - comprendere che non ha bisogno solo di terapie, ma di ricevere quell' attenzione che renda la qualità della sua vita la più degna possibile».
Anna Maria Paoletti dell'azienda ospedaliera universitaria di Cagliari, invece ha messo in evidenza l'importanza della narrazione del paziente e sulla capacità della classe medica di ascoltare il malato e le sue esigenze. Da più parti tra i vari relatori intervenuti si è sottolineata l'importanza di ascoltare e rispettare il paziente stimolandolo anche in attività artistiche, culturali e spirituali. Creare o meglio dotare le strutture ospedaliere di ambienti confortevoli dove poter proporre anche aroma terapia, musico terapia ma, soprattutto incentivare il contatto, un rapporto più umano con il paziente.
«E' sempre più necessario adottare una nuova visione del problema del malato di cancro – riprende Antonio Macciò - infatti, bisogna accettare il principio della presa in carico complessiva dell'infermo, delle sue esigenze fisiche, psicologiche, sociali e spirituali allontanando il concetto del tumore come sola malattia di un determinato organo e abbracciare invece quello di malattia neoplastica sistemica multidimensionale». Non solo è importante la complessità dell'individuo ma è sempre più necessario tener tenere in considerazione la multiculturalità della nostra società. Il corso è stato organizzato dell'Azienda Ospedaliera Brotzu, i reparti di Ginecologia Oncologica del P.O. A. Businco, A.O. Brotzu Cagliari e il Sistema Sanitario Regione Sardegna.
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