Red
12 dicembre 2016
La denuncia: chiude la Nuoro-Macomer
E´ il consigliere regionale dei Riformatori Luigi Crisponi ad attaccare duramente l´assessorato regionale dei Trasporti, in merito alla paventata chiusura della linea ferroviaria nel nuorese

NUORO - «Se il servizio ferroviario sardo a scartamento ridotto, dovesse chiudere ai primi di gennaio del nuovo anno, allora si starebbe assestando alla Sardegna e a quella di mezzo in particolare un ko scientifico e avvilente. Pare davvero assurdo che la Giunta dei professori non conoscesse la circolare del ministero dei Trasporti contenente direttive capestro per il mantenimento della operatività dei trenini che collegano fin dal 1890 Nuoro con Macomer».
E' il consigliere regionale dei Riformatori Luigi Crisponi ad attaccare duramente l'assessorato regionale dei Trasporti, in merito alla linea ferroviaria nel nuorese. «Eppure quella linea ferroviaria nonostante la sua veneranda età, rappresenta uno dei pochi collegamenti per quei cittadini, pensionati, lavoratori e studenti in primis che si servono delle littorine per raggiungere il capoluogo e viceversa partendo dagli scali di Iscra, Birori e Bortigali e dalla stessa Macomer» incalza Crisponi.
E ancora: «il Presidente Pigliaru come si vede incassa cocenti fregature dal Governo nazionale e poi tranquillamente le scarica sui cittadini del centro Sardegna come se nulla fosse, pretendendo da questi che viaggino come la sua sonnacchiosa Giunta, in retromarcia. Paiono peraltro beffardi gli annunci dell'Assessore ai trasporti Deiana che appena un anno fà dichiarava che la tratta su rotaia Macomer Nuoro rappresentava un sistema strategico per un trasporto piu' ecologico sostenibile e conveniente. Insomma Pigliaru e company dimostrano zero interesse al miglioramento della mobilità e della qualità della vita dei pendolari del centro dell'Isola che finiscono ammassati nei treni da far west».
«Non basta evidentemente aggiungere a questa scandalosa decisione il fatto che l’indice infrastrutturale delle ferrovie in Sardegna è in assoluto il più deficitario e antiquato rispetto al resto d'Italia. Che beffardamente nonostante il portafoglio di investimenti affidati dal Governo nazionale a RFI (rete Ferroviaria Italiana) ammontasse alla bellezza di 236 miliardi, l'isola è stata scandalosamente tagliata fuori da programmi di messa in sicurezza, ammodernamenti e investimenti» conclude l'ex assessore della Giunta Cappellacci.
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