Può capitare che fino a dieci pazienti ogni giorno siano assistiti nelle lettighe perchè i letti non bastano più nel reparto dell'ospedale civile. Non deve calare il silenzio sulla vertenza sanità del territorio algherese
ALGHERO - Le barelle nella "Medicina" dell'ospedale civile di Alghero sono ormai parte integrante dell'arredo. Può capitare anche che fino a dieci pazienti, ogni giorno, siano assistiti (con abnegazione dal personale sottodimensionato) nelle lettighe perchè i letti non bastano più. L'eccezione è diventata la regola in un reparto popolato soprattutto da persone molto anziane. Questo è noto: non c'è niente di più definitivo del provvisorio quando c'è di mezzo la politica e la sanità pubblica. Una Regione troppo assente (e non solo sugli ospedali), ma anche la comunità locale dovrebbe alzare di più la voce, a tutti i livelli. Nelle scorse settimane il sindaco Mario Bruno ha scritto una lettera all'assessore regionale Arru [
LEGGI]; parole che rimangono inascoltate a Cagliari dove sono più occupati a ridefinire posizioni e ruoli nel rimpasto della giunta regionale.
Gli appelli, peraltro, sono caduti nel vuoto anche nei mesi scorsi, nonostante i ripetuti impegni sulla classificazione del presidio Alghero-Ozieri a ospedale di 1° livello (per ora, sulla carta, è solo di base, nonostante le tante rassicurazioni) e il finanziamento del nuovo ospedale (in quell'occasione con una forte presa di posizione dal territorio). «A maggio in Commissione Sanità a Cagliari l'accordo era stato quello di attivare terapia intensiva e portare in Consiglio regionale un emendamento per cambiare il testo. L'unità è pronta ma in Aula non è stato discusso ancora nulla. E nemmeno ad Alghero se ne discute più» spiega Alessandro Nasone, presidente della Commissione Sanità algherese fino al mese scorso quando al suo posto è stato nominato Mario Nonne.
Tante incertezze anche sull'Asl Unica, nuova invenzione dell'Esecutivo guidato da Pigliaru, che entro il 31 dicembre 2016 incorporerà le sette aziende sanitarie della Sardegna. Nel frattempo, le criticità resistono sul fronte servizi, strutture e personale. Mancano infermieri e medici, in particolare anestesisti: questo mese due specialisti andranno in ferie prepensionamento e questo mette a rischio gli interventi chirurgici al Civile [
LEGGI]. A questo si aggiunge il lento declino del Centro di Salute Mentale che, con quattro medici, un coordinatore infermieristico e undici infermieri (di cui uno distaccato all’ambulatorio di Thiesi) deve far fronte ai bisogni e l'assistenza di ventitrè comuni e un bacino di 80mila persone.