Red
7 giugno 2017
Musica: recital per Stefano Figliola
Tutto il fascino dello strumento a tastiera per un appuntamento sotto le insegne della Stagione Concertistica 2017 degli Amici della Musica di Cagliari. Domani, alle ore 18, all´Auditorium del Conservatorio di musica “G.Pierluigi da Palestrina” di Cagliari

CAGLIARI - Tutto il fascino dello strumento a tastiera per un appuntamento sotto le insegne della Stagione Concertistica 2017 degli Amici della Musica di Cagliari. Domani, giovedì 8 giugno, alle ore 18, all'Auditorium del Conservatorio di musica “G.Pierluigi da Palestrina” di Cagliari, è in programma il recital del pianista Stefano Figliola, sulle note di Claude Debussy, Ludwig van Beethoven e Franz Liszt. Riflettori puntati sul maestro Figliola, diplomato al Conservatorio “Santa Cecilia“ di Roma e perfezionatosi con artisti come Dino Ciani e Carlo Zecchi, vincitore di prestigiose competizioni pianistiche, docente al Conservatorio di Sassari prima ed ora all'Istituto di alta formazione artistica e musicale cagliaritano.
L'artista, proporrà un intrigante e virtuosistico repertorio, tra Romanticismo e suggestioni impressionistiche, con un omaggio allo spirito anticipatore del genio beethoveniano. Incipit avvincente con la celebre “Suite Bergamasque” di Debussy, in quattro movimenti (Prélude, Menuet, Clair de lune e Passepied), scritta nel 1890 e pubblicata da Choudens nel 1891, quindi appartenente al primo “pianismo” del compositore, ma rielaborata dall'autore quattordici anni dopo e ristampata da Fromont nel 1905 nella nuova versione, in cui il gusto settecentesco si stempera nello stile innovativo e potentemente evocativo dell'artista francese.
La splendida “Sonata per pianoforte n.15 in re maggiore, op.28” di Beethoven, meglio conosciuta con il titolo (apocrifo) di “Pastorale”, ripropone l'architettura classica in quattro movimenti, dall'Allegro iniziale costruito in forma-sonata, all'Andante in re minore, allo Scherzo. Allegro vivace, per chiudere con un Rondò. Allegro ma non troppo, in una chiave intimistica e densa di poesia. Chiuderà l'assolo di Stefano Figliola la “Sonata in si minore (S.178)” di Liszt, composta tra 1852 ed il 1853 a Weimar e pubblicata nel 1854 da Breitkopf & Hartel a Lipsia, con una dedica a Robert Schumann (il quale aveva a sua volta dedicato a Liszt la “Fantasia op.17”): una partitura virtuosistica, trasfigurazione di una forma classica su cui si impone la struttura ciclica per restituire organicità al trattamento del materiale tematico secondo la nuova estetica delle avanguardie del Diciannovesimo secolo.
Nella foto: Stefano Figliola
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