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12 novembre 2007
Tutti i numeri della Finanziaria regionale

CAGLIARI - «Una manovra coerente con il programma presentato agli elettori sardi». Così il Presidente della Regione, Renato Soru, ha commentato la Finanziaria 2008 durante la conferenza stampa in cui sono stati resi noti i particolari degli impegni assunti dalla Giunta per il prossimo anno. Soru ha poi sottolineato che «le nostre politiche proseguono in un processo di semplificazione della pubblica amministrazione, nel contenimento della spesa e nella riduzione del debito complessivo: si risana e si finanzia lo sviluppo». Nel 2007 è stato azzerato il deficit di bilancio (la differenza in un anno tra le entrate e la spesa) che, nel 2003, era di un miliardo 162 milioni di euro. Va progressivamente diminuendo, intanto, la quota capitale ancora da pagare nei mutui contratti dalla precedente amministrazione: nel 2007 sono scesi a 2 miliardi 682 milioni di euro, il prossimo anno caleranno a 2 miliardi 508 milioni. Il debito totale della Regione, dato dalla somma dei mutui e del disavanzo di amministrazione, è sceso a 3 miliardi 123 milioni di euro (un anno fa era di 3 miliardi 919 milioni, nel 2005 addirittura di 5 miliardi 982 milioni). Sono aumentate anche quest'anno le entrate regionali proprie: con lo sconto dell'Irap (riferito all'anno 2004) di 50 milioni di euro, nel 2008 saranno disponibili 5 miliardi 230 milioni di euro: +44% rispetto all'inizio dell'attuale legislatura. Con le assegnazioni statali (fondi Por e Fas 2007-2013, fondi per l'edilizia sanitaria e le politiche sociali e per la famiglia), le entrate della Regione salgono a 7 miliardi 898 milioni di euro, mentre il totale di bilancio 2008 è di 8 miliardi 703 milioni. Ulteriormente ridotte le spese obbligatorie: nel 2004 erano del 98%, nel 2007 sono scese al 71,7%, nel 2008 scenderanno al 70,4% (pari a 3 miliardi 685 milioni di euro): un risparmio, ha sottolineato il Presidente Soru, di poco meno del 30%, che sarà destinato alle politiche già previste nel Piano regionale di sviluppo. Nel 2008 la Regione potrà spendere ulteriori 1,8 miliardi di euro a valere sui fondi Por e Fas: per i primi si attende il via libera di Bruxelles. Tuttavia, dal 2007 al 2013 bisognerà attenersi al modello imposto a livello europeo e nazionale. «Gli importi di quello che era definito Obiettivo 1 – ha comunque ricordato il Presidente – non solo non diminuiranno ma, anzi, aumenteranno seppure su altri capitoli di spesa, arrivando a 10,5 miliardi di euro contro poco più della metà». La battaglia per le entrate, ha aggiunto Soru, «vale 1,6 miliardi di euro. A tanto ammonta il valore della battaglia con lo Stato, grazie alla quale il bilancio della Regione è finalmente in equilibrio. Anzi, possiamo pure pagare i debiti del passato. Poi ognuno sarà libero di fare le polemiche che vuole. Perché, mi rendo conto, a qualcuno dà fastidio ciò che stiamo facendo». Entrando nel merito delle singole azioni, il Presidente e gli Assessori hanno sottolineato che 370 milioni di euro sono stati messi a disposizione per dare gambe al nuovo Piano sanitario, a cominciare dalla costruzione dei nuovi ospedali. Non sono state istituite specifiche tasse per la sanità, e neppure i ticket per le visite specialistiche. Continua il programma Sardegna Speaks English (finanziato con 5 milioni di euro). L'università sarda, ha invece spiegato il Presidente Soru, è a un bivio: «Vogliamo investire sull'università diffusa oppure su un'università di eccellenza, capace di trattenere i nostri studenti? Per noi non può trasformarsi in un superliceo diffuso nel territorio. Servono, semmai, maggiori servizi e una migliore qualità: non a caso triplicheremo i posti letto per gli studenti, a Cagliari e a Sassari, mettendo a disposizione 12,5 milioni di euro per quest'anno. Nell'attesa delle nuove strutture, contribuiamo con 5 milioni di euro agli affitti pagati dagli studenti fuorisede». Al sistema delle autonomie locali sono riservati 693 milioni di euro. Per la qualità ambientale e urbana e per l'occupazione sono previsti 291,6 milioni. A favore dell'istruzione oltre 123 milioni, per la sanità e le politiche sociali oltre 2 miliardi di euro (130 milioni per sostituire, nell'arco dei prossimi tre anni, le apparecchiature tecnologiche degli ospedali, mentre 6 milioni vanno al superamento del precariato nelle strutture sanitarie pubbliche e all'applicazione del contratto nazionale di lavoro), per i sistemi produttivi e l'occupazione 381,9 milioni di euro, per le reti, le infrastrutture e la mobilità 232,8 milioni di euro.
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