Con una cerimonia strettamente privata, senza pubblico, senza cavallo, senza i suoni e le musiche che tradizionalmente ne scandiscono i momenti, nei limiti di quanto imposto dalle norme anti-Covid, il Gremio di San Giuseppe ha rinnovato ieri mattina la tradizione della Sartiglia con la vestizione di Su Componidori Giuseppe Sedda
ORISTANO - Con una cerimonia strettamente privata, senza pubblico, senza cavallo, senza i suoni e le musiche che tradizionalmente ne scandiscono i momenti, nei limiti di quanto imposto dalle norme anti-Covid, il Gremio di San Giuseppe ha rinnovato ieri mattina (martedì) la tradizione della Sartiglia con la vestizione di Su Componidori Giuseppe Sedda. La cerimonia si è svolta nella sede del Gremio, in Via Eleonora, davanti al presidente Antonello Addari, al vicepresidente Antonello Fenu e ai componenti della pariglia, su segundu Attilio Balduzzi e su terzu Livio Urru. Il compito di vestire Su Componidori è toccato a Sa Massaia manna Rita Carta, a Laura Zoccheddu e Daniela Mulas. Sono stati lo stesso Majorale en Cabo del Gremio dei Falegnami Addari e Su Componidori Sedda a raccontare la cerimonia ai giornalisti e a una piccola folla di appassionati e curiosi che nel frattempo si era radunata in Via Eleonora.
«La decisione di svolgere vestizione e benedizione è stata presa solo lunedì notte, perché abbiamo ritenuto doveroso rispettare la tradizione», ha spiegato Addari. E' stata una cerimonia veloce e sobria, che si è conclusa con la benedizione alla sede del Gremio e alla città, fatta dal tavolo dove Sedda è stata vestito. Su Componidori si è affacciato al cortile interno della sede del Gremio e con Sa Pippia e maiu ha impartito la simbolica benedizione a tutta la città. «Tutto è stato fatto all’ultimo momento – ha dichiarato Giuseppe Sedda pochi minuti dopo la conclusione della cerimonia e dopo aver lasciato il costume della tradizione per ritornare agli abiti civili - Il momento, lo sappiamo, è particolare, ma era importante che questa cerimonia si svolgesse e che Oristano avesse questa benedizione. L’abbiamo fatta per la città e per il mondo intero che, a causa del Covid ,vive una condizione drammatica. Ma l’abbiamo fatta anche per l’amico Maurizio Casu, Componidori di domenica, e per il suo gremio, per i cavalieri, per i tamburini e per i trombettieri e per tutta la città».
«Senza cavallo è un Componidori un po’ anomalo, è vero, però non volevamo lasciare i simboli religiosi forse più intimi, riportando la cerimonia della vestizione dentro le case davanti a pochi intimi come accadeva un tempo» ha concluso Giuseppe Sedda. Con le dichiarazioni del Majorale en Cabo del Gremio dei Falegnami e di Su Componidori, cala il sipario su una Sartiglia che nessuno avrebbe immaginato, condizionata dall’epidemia da Coronavirus, stretta da severe regole che hanno impedito di tramandare quei riti che da secoli accompagnano la storia di Oristano. I momenti pubblici sono stati limitati al minimo: il 2 febbraio le messe dei due Gremi per la Candelora
[LEGGI], con l’invito dei presidenti ai Componidoris designati Maurizio Casu
[LEGGI] e Giuseppe Sedda
[LEGGI], domenica scorsa, per la corsa dei contadini, la simbolica comparsa della stella nel percorso di Via Duomo, il bando e i suoni di trombe e tamburi diffusi tramite altoparlanti nelle vie teatro della giostra, e infine oggi la privatissima vestizione e benedizione del capocorsa dei falegnami.