Lo sfogo di uno dei responsabili della cooperativa Il Quinto Elemento, Matteo Mangili, che porta avanti la riqualificazione di Punta Giglio: «non auguro a nessuno delle persone che sono emigrate da questa terra che siano trattate come lo siamo stati noi»
ALGHERO - A Punta Giglio proseguono i lavori di riqualificazione e rifunzionalizzazione dell'ex Batteria che presto diventerà il Rifugio di Mare sognato e ideato dalla cooperativa
Il Quinto Elemento. Un luogo aperto a tutti, un museo a cielo aperto pronto ad ospitare residenti e turisti, amanti della natura e quanti vorranno arrampicarsi fino alle falesie del promontorio algherese. Nell'ex casermone ci sarà la possibilità di ospitare fino a 20 posti letto e dare ristoro a sportivi, scolaresche ed escursionisti. Sul suo futuro però, pende un dettagliato
esposto che mira a verificare la regolarità della concessione e dell'iter autorizzativo del compendio: un braccio di ferro che vede un Comitato spontaneo opporsi al progetto nonostante quest'ultimo risulti formalmente approvato a tutti i livelli.
Del progetto e delle ricadute sul territorio s'è parlato diffusamente in occasione dell'ultima riunione dell'assemblea del Parco. Oltre al direttore, presidente e consiglieri di amministrazione, presenti anche Matteo Mangili, tra i responsabili della cooperativa, milanese d'origine ma trasferitosi da tempo ad Alghero, ed il progettista. In chiusura di seduta ha voluto puntare i riflettori su alcuni aspetti tecnici ma anche personali. «Noi abbiamo presentato un’idea progettuale al bando del Demanio e questa non era valutata su un’idea edilizia dell’intervento, ma sul mantenimento dell’idea progettuale, ovvero sulla conservazione della struttura, la tutela delle prescrizioni ambientali e gli attori coinvolti nell’ambito di una sfera rientrante nel turismo lento, non di lusso o di massa e anzi solo per coloro che vorranno impattare con la nostra attività che resta pubblica e aperta a tutti». Infine il passaggio conclusivo: «mi è dispiaciuto molto a livello umano e personale essere messo alla berlina e trattato male, sia io che la mia compagna (socia anche lei della cooperativa Il Quinto Elemento
ndr), che l’altro socio, per essersi trasferiti qui a lavorare con una cooperativa che presto avrà la sede ad Alghero - ha precisato Matteo Mangili - stiamo lavorando solo con persone locali, quindi non auguro a nessuno delle persone che sono emigrate da questa terra che siano trattate come lo siamo stati noi» [
RIASCOLTA L'INTERVENTO].
Intervento ripreso da Pasqualina Bardino, componente del
Cda di Casa Gioiosa. «Sono estremamente delusa da parte di chi non ha chiesto scusa a queste persone che vogliono fare impresa nella nostra terra e sono state oggetto di attacchi, anche sessisti. Sono mortificata, ma chiedo che portino avanti l’idea di prendere la cittadinanza algherese» ha concluso la dottoressa in quota Forza Italia. Sulla stessa lunghezza d'onda l'altro componente del direttivo, Adriano Grossi, che ha ricordato quanto sia indispensabile che la tutela ambientale vada di pari passo con lo sviluppo, «altrimenti questo territorio rischia di avere un futuro già scritto e non certo di crescita e benessere rispetto anche ad altre zone della Sardegna che stanno attivando, da anni, diverse progettualità».