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Cor 8 novembre 2022
«Sanità, serve un risveglio collettivo»
Parole dell'ex sindaco di Alghero Stefano Lubrano, che interviene in merito alla difficile situazione in cui è inesorabilmente sprofondata la sanità territoriale. Prima di lui la presa di posizione di Tedde e Bruno: Sanità in ginocchio ad Alghero
«Sanità, serve un <i>risveglio</i> collettivo»

ALGHERO - «Lo stato della sanità algherese, oggetto a più riprese di interventi a volte pieni di retorica, altre volte ben argomentati nella descrizione delle varie problematiche, sconta sempre la grande difficoltà a trovare una soluzione che dia risposte reali, e non di fantasia, alle necessità di un’area territoriale ben più ampia di quella algherese. Credo sia opportuno evidenziare come le non scelte dei decenni addietro, l’accondiscendere alcuni territori per il mantenimento di strutture sanitarie non più sostenibili nel rapporto costo/utenza, abbiano generato evidenti problematiche di riorganizzazione del sistema sanitario in termini di efficacia e funzionalità. Un altro dato sul quale è opportuno riflettere è stata la mancata valorizzazione delle eccellenze dell’offerta ospedaliera algherese che ha di contro subito una lenta e inesorabile smobilitazione, che ha verosimilmente spinto molti specialisti ad optare per contesti professionali e geografici lontani dal nostro territorio». Parole dell'ex sindaco di Alghero Stefano Lubrano, che interviene in merito alla difficile situazione in cui è inesorabilmente sprofondata la sanità territoriale.

«Le criticità della sanità algherese in termini di personale, strutture ed organizzazione sono state puntualmente ed egregiamente denunciate pubblicamente dal Consigliere regionale On. Marco Tedde e dal Consigliere comunale dott. Mario Bruno, ed a questo non mi sento di aggiungere nulla se non la testimonianza personale dei disservizi e liste d'attesa imbarazzanti per lo svolgimento di visite specialistiche ed esami. Ci chiediamo spesso il motivo per cui non si sia mai riusciti ad incidere in maniera efficace a salvaguardia dei nostri ospedali, quasi che ci fosse una forza nascosta a cui non ci si potesse opporre. Eppure - sottolinea Stefano Lubrano - non si può certo dire che il nostro territorio non abbia espresso propri rappresentanti a Cagliari che facessero battaglie politiche forti; abbiamo avuto Consiglieri regionali, Assessori regionali, Presidenti di Consiglio regionale. E non si può nemmeno dire che non siano state organizzate prese di posizione bi-partisan anche forti, con Consigli comunali convocati a Sassari, di fronte alla sede della ASL, o a Cagliari di fronte alla sede del Consiglio Regionale, o mozioni unitarie sottoscritte da tutte le forze rappresentate in Consiglio comunale. Eppure, non si è mai riusciti ad avere risposte con soluzioni chiare, con tempistiche definite».

«Si sono invece sempre avute, in passato come oggi, risposte vaghe o peggio rilanci con effetti sempre più speciali, talmente inverosimili, che “quasi” costringono i cittadini a credere ancora alle promesse elettorali. Viene spesso da pensare che le strutture ospedaliere di Alghero esistano come edifici le cui insegne vengono sostenute con sforzi encomiabili da medici, infermieri, OSS e personale amministrativo, ma che siano vuoti dentro, risultato non di una politica sanitaria sbagliata ma di una sanità politica che ha utilizzato il proprio ruolo per puro consenso elettorale. Più che parlare di “sveglia” penso occorra lavorare per un “risveglio” collettivo, dove la politica si ponga in maniera credibile, sincera, evidenziando non solo le mancanze ma anche le soluzioni che sia possibile ottenere evitando proclami per obiettivi irraggiungibili e dove la Comunità sia anch’essa partecipe e protagonista, così come è avvenuto in Ogliastra o nel Campidano, lasciando da parte i lamenti da tastiera e scendere nella strade per dare forza a chi è stato scelto per rappresentarli, per assolvere al proprio ruolo di cittadino e dare sostegno a chi ha scelto per rappresentarlo nelle Istituzioni locali, regionali e nazionali» conclude Stefano Lubrano (nella foto).
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