S.A.
11 novembre 2022
Al Brotzu azzerati tempi attesa per Pet
La struttura è andata in controtendenza rispetto all’andamento generale registrato durante il Covid, con un progressivo miglioramento delle performance dal 2019 a oggi

CAGLIARI - Azzerate le liste d’attesa per le prestazioni di Medicina nucleare degli ospedali Businco e San Michele. «Grazie alla riorganizzazione e ottimizzazione del lavoro – spiega l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu – la struttura complessa dell’Arnas G. Brotzu chiuderà il 2022 con un volume di circa seimila esami. Parliamo di diverse tipologie di Pet eseguite prevalentemente per la ricerca diagnostica dei tumori. Oggi per il primo accesso stimiamo tempi d’attesa medi tra i sette e i quattordici giorni, contro una media tra i trenta e i quarantacinque giorni che potevamo registrare nel periodo pre-pandemia».
Su quest’ultimo aspetto l’assessore sottolinea: «Parliamo di una struttura che è andata in controtendenza rispetto all’andamento generale registrato durante il Covid, con un progressivo miglioramento delle performance dal 2019 a oggi, merito del grande impegno di un team – in tutto quindici medici tra i due ospedali di Cagliari – che, pur mantenendo le stesse risorse di organico, è riuscito quasi a raddoppiare il numero delle prestazioni. Basti pensare che quattro anni fa tra i due ospedali si raggiungevano appena i 3.500 esami».
Incrementata anche l’offerta sanitaria: «Oggi la Medicina Nucleare del Brotzu – prosegue l’esponente della Giunta – ha aumentato il numero delle tipologie di esami con l’impiego di diversi radiofarmaci che vengono prodotti direttamente nelle strutture dell’Arnas anche per l’impiego nelle terapie per la cura di alcune patologie della tiroide e dei tumori neuro endocrini. Questo aspetto è molto importante perché ha contribuito all’abbattimento della mobilità passiva rendendo disponibili in Sardegna esami prima possibili solo fuori regione». In tutta la Sardegna prosegue il piano di recupero di visite, esami e interventi rimasti indietro a causa del Covid. Nell’anno in corso il sistema sanitario regionale ha recuperato il 30% delle prestazioni rimaste indietro nei due anni precedenti a causa della pandemia.
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