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Cor 16:11
A Sassari il carcere entra a scuola
Un “Corso di Tecnico dello spettacolo” come opportunità di reinserimento sociale e un “Corso sulla Giustizia ripartiva” all’interno delle scuole secondarie. Il progetto promosso dall’Associazione San Domenico Caniga in collaborazione con la Studios Academy di Roma è finanziato dalla Fondazione di Sardegna
A Sassari il carcere entra a scuola

SASSARI - Un corso professionale per diventare Tecnico dello spettacolo e dare un’opportunità concreta per il reinserimento sociale nel mondo del lavoro. È una rara occasione per i condannati e gli imputati detenuti nelle carceri sarde, che arriva grazie al progetto “Il carcere a scuola” promosso dall’associazione culturale San Domenico Caniga di Sassari, con il finanziamento della Fondazione di Sardegna e l’importante collaborazione dell’associazione Studios Academy di Roma. Tra i partner figurano Endas Sassari, l’associazione culturale musicale Ars Aurelia Sassari e l’associazione culturale musicale Contrapunctum, il cui lavoro sinergico ha portato a creare un impareggiabile connubio tra musica, spettacolo, patrimonio storico e ambientale e contesto del turismo come mediatori del fine educativo.

L’iniziativa è stata presentata oggi (19 maggio) a Sassari in conferenza stampa nella sede della Fondazione di Sardegna, con gli interventi della fondatrice dell'associazione San Domenico, Anna Cherchi, che è garante delle persone private della libertà a Sassari, della progettista Dora Quaranta, del vicesindaco di Sassari Pierluigi Salis, e della rappresentante dell’Endas Fiorella Donatini.
Tra gli altri hanno preso parola l’avvocata Anastasia Fara, il presidente della Studios Academy Furio Capozzi, poi la direttrice dell’Uepe Sassari Carmen Magistro e la prefetta Grazia La Fauci. Tutti hanno dichiarato di apprezzare la validità del percorso, che intende offrire una possibilità di formazione specifica, per entrare nel mondo del lavoro con competenze tecniche e professionali richieste dal mercato. Non si tratta però di formare soltanto dei professionisti, ma di dare una risposta concreta a quelle persone che oggi si sentono smarrite e senza prospettive, nel tentativo di trasformare una generazione a rischio in una risorsa preziosa per l’intera comunità.

«Il settore dello spettacolo è in crescita continua – ha spiegato Anna Cherchi – e presenta una vasta gamma di offerte lavorative non solo con sbocchi professionali stabili e remunerativi, ma permette ai ragazzi di sviluppare competenze tecniche avanzate e di lavorare in un ambiente creativo e dinamico, ed essere anche una risorsa per la comunità». Il ventaglio di opportunità è ampio e variegato. Le occasioni di occupazione si trovano nei teatri, dove sono richiesti tecnici luci, fonici o addetti alla scenografia; poi nelle produzioni cinematografiche e televisive in qualità di tecnici del suono, addetti alla gestione delle attrezzature video, montatori e responsabili dell’illuminazione. Tra le attività più richieste c’è quella dei responsabili dell’allestimento e della gestione delle strutture audio e luci, figure essenziali per garantire il successo di eventi, concerti, festival e manifestazioni culturali; poi tecnici per la gestione dell’audio-visivo e l’organizzazione logistica degli spazi di fiere e congressi; quindi nella manutenzione e gestione di attrezzature per lo spettacolo; noleggio e servizi tecnici; fonici e assistenti in studi di registrazione.

Il progetto ha in programma una seconda azione di fondamentale importanza pedagogica, un “Corso sulla Giustizia ripartiva” all’interno delle scuole secondarie di primo e secondo grado a cura di esperti socio-psicopedagogici e giuridici con il prezioso contributo delle testimonianze dei detenuti e di persone sottoposte a misure alternative al carcere. «L’obiettivo è quello di sensibilizzare i giovani sul valore della legalità, sul vissuto travagliato delle persone private della libertà e sull’importanza della rieducazione e del reinserimento nella società come “operatori di Ben-Essere” – ha specificato la progettista Dora Quaranta –. L’idea è quella di creare un’esperienza umanizzante e costruttiva verso il rispetto della cosa pubblica, cercare di prevenire gli atteggiamenti violenti e ridurre la “logica” dell’avventura nell’illecito». Il progetto potrebbe concludersi con la realizzazione di un festival musico-artistico di libera espressione a cura dei giovani studenti partecipanti al Tour “Legalità e Ben-Essere”.



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