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Marco Balbina 12:05
L'opinione di Marco Balbina
Il Governo Meloni ferma i disabili in carrozzina
<i>Il Governo Meloni ferma i disabili in carrozzina</i>

È già successo con la legge sulla disabilità slittata al 2027, semmai vedrà la luce. Ora è la volta dei disabili in carrozzina: il Governo Meloni ha deciso di tagliare i finanziamenti dedicati ai ricambi per le carrozzine elettriche. Infatti, questi figli di un Dio minore saranno costretti a pagare di tasca propria per potersi garantire la mobilità oppure rimanere fermi, chiusi in casa, senza poter uscire. In questo modo, mentre, da una parte, si rottamano in continuazione le cartelle esattoriali degli evasori e non si tassano gli extraprofitti di banche e assicurazioni, dall’altra si taglia alla disabilità motoria. Associazioni e diretti interessati si sono visti comunicare dalle ASL che “non verranno più rimborsate componenti essenziali quali batterie, motori, joystick e ruote. Dal 1° gennaio 2025, con l’entrata in vigore del nuovo Nomenclatore Tariffario (DPCM 12/2017) dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), le spese per la riparazione e la sostituzione degli ausili elettrici non sono infatti più coperte dal Servizio Sanitario Nazionale”.

Nel merito, il decreto ha abrogato i codici ISO previsti dal DM n. 332/1999, eliminando le voci dedicate alle componenti delle carrozzine elettriche dagli elenchi dei LEA. A partire da quella data, le richieste di riparazione o sostituzione dei pezzi di ricambio non vengono più prese in carico dal SSN, costringendo le famiglie a sostenere costi che, nel caso di una batteria per carrozzina, possono superare i 600 euro. Le associazioni denunciano che molti disabili, “si sono già visti recapitare preventivi di spesa intorno ai 340 € (+ IVA 22%), una cifra superiore a molti assegni di invalidità”.

La prospettiva aperta dall’intervento governativo è di una gravità assoluta: quando la batteria si deteriora, un guasto assai frequente, la carrozzina diventa inutilizzabile, si ferma e con essa la possibilità di muoversi e partecipare alla vita sociale, minando di fatto il principio costituzionale di uguaglianza dei diritti sul territorio nazionale. Il rischio è che ora le Regioni si muovano a macchia di leopardo: le Regioni più ricche – il Veneto lo ha già annunciato - garantiranno loro i ricambi ai propri disabili; le povere, invece, non potranno farlo, per cui avremo cittadini disabili che beneficeranno di un’assistenza completa alla mobilità e altri che dovranno affrontare spese insostenibili per i loro già bassi redditi. O non muoversi affatto. Insomma, prove tecniche di Autonomia Differenziata voluta dalla Lega e da questo Governo. E, a dire, che persino la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia nel 2009, sancisce il diritto fondamentale alla libertà di movimento.

*Presidente Associazione Parkinson Alghero - ODV



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