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Alguer.itnotiziesardegnaOpinioniAeroportoUrgente riaffrontare la governance degli scali
Umberto Borlotti 16:13
L'opinione di Umberto Borlotti
Urgente riaffrontare la governance degli scali
<i>Urgente riaffrontare la governance degli scali</i>

Intervengo sul dibattito relativo al possibile abbattimento delle c.d. addizionali comunali aeroportuali. In premessa vorrei, però, meglio evidenziare gli scenari di riferimento. La commercializzazione del trasporto aereo dipende da cinque attori che interagiscono tra di loro. I vettori, gli aeroporti, gli Enti pubblici, i soggetti privati, i passeggeri e il c.d. territorio. I vettori: sono la componente totalmente privata che ricerca la maggiore redditività costante nel tempo. Gli aeroporti: gestiscono, tramite la società concessionaria, l’infrastruttura sia ai fini della sicurezza delle operazioni di movimentazione a terra degli aeromobili, sia la gestione dei flussi dei passeggeri in arrivo e in partenza, nonché tutte le attività commerciali. Possono avere il capitale sociale maggioritario pubblico o privato.

Gli Enti Pubblici: In caso detengano la maggioranza della società concessionaria degli aeroporti si fanno carico, spesso, delle perdite economiche pur di assicurare al territorio servito una infrastruttura sicura, efficiente, importante, e nel caso delle isole, fondamentale. Possono inoltre, nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie, promuovere il traffico aereo attraverso modelli di incentivazione a favore dei vettori. Questa promozione può avvenire con diversi obiettivi quali: l’incentivazione turistica o l’abbattimento della condizione di isolamento dei residenti. I soggetti privati nelle società di gestione che detengono quote maggioritarie, in genere sono società di capitale che investono negli aeroporti ricercando la maggiore redditività possibile nel rispetto delle norme. A loro viene affidato anche il compito di promuovere il traffico aereo stipulando accordi con i vettori.

I passeggeri: sono l’anello fondamentale di congiunzione tra gli altri soggetti citati e richiedono sostanzialmente pluralità di collegamenti a prezzi accettabili. Il Territorio: sostanzialmente si identifica con tutte le attività turistico-commerciali che traggono beneficio da un’offerta di voli e passeggeri. Il tema di cui si dibatte in questi giorni, e che non rappresenta certo una novità, è la possibilità e il rapporto costi benefici che si avrebbe, nel passaggio a carico della RAS, della c.d. addizionale comunale aeroportuale. Una tassa iniqua che ormai possiamo definire un’accisa, nata con un preciso obiettivo di ristoro, per il rumore, a favore dei comuni sede di aeroporti e trasformatasi nel tempo in una entrata dell’Inps. L’ipotesi che ultimamente infiamma la politica è: eliminiamo questa accisa e il traffico aereo crescerà esponenzialmente. Non concordo pienamente perché la tassa non verrebbe eliminata, ma passata in carico alla Regione.

Occorre un passaggio formale autorizzativo nella Legge di bilancio nazionale - l’importo a carico della RAS si attesterebbe tra i 30 e i 40 milioni di euro di cui la maggior parte a beneficio di non residenti; ⁠le altre esperienze nazionali su tre regioni con otto società di gestione a totale capitale pubblico (Trieste, Trapani, Comiso, Lampedusa, Pantelleria, Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone) non raggiunge importi così elevati. Al momento non sembrerebbero esistere certezze contrattuali con i vettori, con corposi sviluppi di traffico, legati all’abbattimento dell’addizionale - una fetta significativa andrebbe anche sui voli già onerati (in continuità); gli altri aeroporti nazionali e internazionali connessi ne avrebbero beneficio senza sborsare un euro. ⁠

Al momento in due su dei tre aeroporti regionali la maggioranza del capitale è privata e quindi con una diretta responsabilità di promuovere e incentivare il traffico. L’ipotesi di orientarsi ad una riduzione solo nel periodo invernale potrebbe essere un buon test ma, credo, di difficile realizzazione. Solo per Alghero? Me lo auguro, ma nutro qualche dubbio (la Sicilia ha legiferato per gli aeroporti sotto i 5 milioni di passeggeri escludendo Catania e Palermo). Occorre comunque riaffrontare il modello di governance degli aeroporti, lasciando al privato la gestione delle attività, e ritornare ad una maggioranza azionaria pubblica che permetta anche di definire, secondo i principi comunitari del MEO (dove il Pubblico si comporta come l’investitore privato nell’economia di mercato) contratti misurabili, decennali e condivisi con i vettori. Vogliamo veramente tutti tenere in equilibrio il tavolo del sistema aeroportuale che si regge su tre gambe?

*già direttore generale in Sogeaal Alghero
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