Leonardo Pedroni
7 aprile 2009
Giro del mondo: navigatori sassaresi alla deriva
In mezzo all’Oceano, a tremila miglia dalla Nuova Zelanda. Naufraga il giro del mondo in barca a vela di Piero e Vittorio Fresi, papà e figlio di 64 e 34 anni partiti a settembre dallo scalo di Porto Torres

PORTO TORRES - Da due giorni la barca Onitron Autoprestige, con i navigatori sassaresi a bordo, è in balia del mare. Un vento superiore ai 50 nodi e onde alte circa otto metri hanno spezzato l’albero maestro dell’imbarcazione, causando anche il ribaltamento della barca. Piero e Vittorio in quel momento si trovavano sotto coperta.
Per fortuna i compartimenti stagni hanno tenuto e dopo un’ora circa l’imbarcazione è tornata in linea di galleggiamento. La tempesta di fronte al polo sud ha interrotto bruscamente la spedizione dei due sassaresi e sta facendo vivere ore di paura a parenti e amici.
Laura Zirulia, fidanzata di Vittorio, ha parlato con lui appena la barca si era raddrizzata, «a quanto ci dicono la situazione è ingestibile - racconta Laura - ma le condizioni meteo-marine dovrebbero migliorare. Almeno questo è quello che speriamo». La spedizione da guinness va in fumo a questo punto, ora conto solo portare in salvo i due marinai.
Dalla Capitaneria di Porto Torres è partito il primo Sos ufficiale. Un veloce ponte radio con Roma e poi con il servizio di soccorso neozelandese. Messi in allerta anche i mercantili della marina cilena. Tremila miglia dalla costa della Nuova Zelanda, son davvero tanti, ancora maggiore la distanza dal Cile.
I mezzi potrebbero impiegare anche due o tre giorni per raggiungere la barca alla deriva. Secondo le ultime notizie che arrivano dall’altra parte del mondo una nave cisterna starebbe andando incontro ai due marinai e dovrebbe raggiungerla, si spera, nelle prossime ore.
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