Red
9 novembre 2009
“Discovery Clinic”: A Nuoro la nuova tappa
Dopo i successi delle edizioni 2007-2008, che hanno visto effettuare ben 112 eventi in tutta Italia, per un totale di 26.000 km percorsi e oltre 2800 medici coinvolti, il laboratorio viaggiante multimediale dotato di tutte le più moderne tecnologie didattiche si rinnova e si rimette sulle strade della penisola per l’edizione 2009 di “Discovery Clinic”, realizzata da sanofi-aventis e Bristol-Myers Squibb.

NUORO - Sono i neurologi e gli internisti i protagonisti della terza edizione di Discovery Clinic, programma di formazione itinerante che si svolge su un laboratorio multimediale viaggiante su ruote. Un progetto di formazione che coinvolge direttamente il medico raggiungendolo nella propria città. L’iniziativa fa tappa oggi a Nuoro: il truck sosterà infatti nell’Area Mercatale, Località Sa Terra Mala, dalle 9 alle 17.
Il programma di formazione innovativo, che sfrutta le più moderne tecnologie didattiche presenti sul mezzo che si muove in tutta Italia, consente la massima interattività per tutti i partecipanti. Il progetto “Discovery Clinic”, unico in Italia nel settore, rappresenta un’ulteriore dimostrazione dell’impegno di sanofi-aventis e Bristol-Myers Squibb nel miglioramento delle conoscenze mediche per una miglior cura del paziente.
L’approccio preventivo, diagnostico e terapeutico all’ictus cerebrale, patologia che colpisce ogni anno quasi 200.000 persone in Italia causando la morte di un terzo di esse e lasciando invalidità residue in un altro 33 per cento dei pazienti, è il tema che gli specialisti svilupperanno nel corso della giornata di formazione. Approfondimenti scientifici, discussione di casi clinici attraverso relazioni di altissimo livello, condivisione dei più validi approcci di trattamento alla luce delle esperienze internazionali e nel rispetto delle linee guida. Questi i passaggi attraverso cui si svolgerà l’offerta formativa di Discovery Clinic, che dà la possibilità a tutti i partecipanti di interagire con i docenti attraverso gli strumenti tecnologici presenti a bordo.
L’obiettivo è migliorare le opportunità di prevenzione primaria e secondaria per chi è a rischio o ha già avuto un ictus di origine aterotrombotica, condizione che favorisce la formazione di “ostacoli” lungo la circolazione del sangue. «L’ictus è una lesione del cervello legata all’interruzione dell’apporto di sangue, e quindi di ossigeno, in una determinata zona del nostro sistema nervoso centrale – spiega la Dott.ssa Anna Ticca, Responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia dell’Ospedale San Francesco di Nuoro. Così come l’infarto provoca la morte definitiva di una zona di tessuto cardiaco, così l’ictus distrugge definitivamente un gruppo di neuroni cerebrali. La causa della lesione è da ricercare nell’interruzione prolungata dell’apporto di sangue, e con esso di ossigeno e altri nutrimenti, a una determinata parte del cervello».
Identificare precocemente attraverso le tecniche di “neuroimaging”, come la TC o la risonanza magnetica, l’origine dell’ictus è fondamentale per impostare rapidamente il miglior trattamento. L’ictus può, infatti, essere di natura ischemica, cioè causato da un coagulo di sangue che ostruisce un’arteria che irrora il cervello, oppure di natura emorragica, cioè legato alla rottura di un vaso sanguigno del cervello. Gli ictus ischemici rappresentano almeno l’80 per cento dei nuovi casi di ictus che ogni anno si verificano in Italia: è questa la ragione per cui mantenere fluido il sangue, riducendo il rischio che si formino pericolosi “ostacoli” alla sua circolazione, rappresenta uno dei principali obiettivi della prevenzione.
Anche e soprattutto dopo che si è manifestato il primo ictus oppure un attacco ischemico transitorio (TIA), che pur non determinando danni permanenti rappresenta un campanello d’allarme da non sottovalutare.
«Ai fini della prevenzione, occorre combattere efficacemente il fenomeno dell’eccessiva aggregazione piastrinica, che porta le piastrine presenti nel sangue ad unirsi tra loro formando nuovi trombi nel processo che gli esperti definiscono aterotrombosi» – commenta il Dott. Angelo Pirisi, Medico della Clinica Neurologica dell’Università di Sassari. Nell’ottica di ridurre il rischio che si formi un coagulo all’interno dei vasi sanguigni, in particolar modo nei pazienti che già hanno manifestato un episodio acuto, appare di grande importanza la terapia antiaggregante, che mira proprio a ridurre la tendenza delle piastrine a “legarsi” tra loro dando luogo ad un trombo all’interno del vaso.
«Questo fenomeno è oggi combattuto efficacemente attraverso i farmaci antiaggreganti quali clopidogrel ed aspirina (acido acetilsalicilico)», fa sapere il Dott. Pirisi. Il trattamento con clopidogrel ha ottenuto la rimborsabilità da parte del Servizio Sanitario Nazionale nella prevenzione a lungo termine dell’ictus e dell’infarto nei pazienti per i quali vi è una controindicazione all’utilizzo di aspirina o ticlopidina. Grazie a questo approccio è possibile ridurre i rischi di ictus e di altre manifestazioni patologiche come l’infarto.
Dagli specialisti arrivano anche altre raccomandazioni in aggiunta alla terapia farmacologica: combattere le cattive abitudini è il primo, importante passo per mantenere in forma le arterie coronariche, vere e proprie “autostrade” che portano sangue e ossigeno al cervello così come agli altri organi dell’organismo e devono rimanere sempre “libere”. L’iniziativa Discovery Clinic ha ricevuto, nel 2007, ben 4 premi BEA – European Best Event Award, tra cui quello della categoria Miglior Innovazione Tecnologica.
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