S.A.
27 settembre 2010
Crisi nord-ovest: Cgil scrive a Gavino Sini
Il segretario generale del sindacato, Antonio Rudas, ha scritto una lettera al presidente della Camera di Commercio per esprimere il malcontento dei lavoratori dei diversi comparti invitandolo ad un confronto e ad una sinergia per il rilancio

SASSARI - «Una catastrofe ormai alle porte, livelli di guardia tali da non consentire a nessuno degli attori del sistema di rimanere immobile». Così il segretario generale della Cgil, Antonio Rudas, definisce le condizioni-economiche del nord-ovest della Sardegna, in una lettera inviata al presidente della Camera di Commercio, Gavino Sini.
«Il dissolvimento dell'apparato produttivo - spiega il sindacalista - il continuo incremento delle superfici destinate alla vendita di beni di consumo ordinario, stanno caratterizzando la nostra economia in maniera tale da renderla fortemente squilibrata. È indubbio che stiamo passando da una monocultura ad un altra, senza che ci si ponga il problema di operare per affrontare concretamente il tema sempre enunciato ma mai effettivamente trattato, del cosiddetto “nuovo modello di sviluppo territoriale». A contrapporsi alla crisi secondo Rudas, solo polemiche fini a se'stesse, mancanza di idee e di una visione comune dell'analisi delle problematiche.
«È di questi giorni - dice - la notizia che la Grimaldi ha deciso di sopprimere, pare per impegni presi e non rispettati dalla Regione, la linea per Barcellona. Le reti infrastrutturali vanno assolutamente potenziate, le comunicazioni i traffici da e per l'isola sono assolutamente insufficienti e di scarsa qualità, quindi nessun rilievo a chi giustamente cerca di difenderle». Ma il punto centrale in questa vicenda è un altro, ossia «il forte deficit della bilancia commerciale sarda» che solo nell'agro-alimentare ammonta a 113 milioni di euro come si legge dai dati pubblicati proprio dall'associazione di categoria rappresentata da Sini.
«Intanto la disoccupazione galoppa, l'ultima rilevazione Istat ci dice che abbiamo perso 10.978 posti di lavoro in un solo anno nel comparto agricolo; 6.547 posti; di lavoro, mentre il comparto delle costruzioni ne ha persi 7.251». E quando il comparto commerciale ha perso «l'effetto spugna del passato, quando contribuiva ad attenuare le perdite occupazionali degli altri, oggi paradossalmente sta finendo per cannibalizzare se stesso. Il continuo proliferare di mega centri non porta infatti valore aggiunto, lo sottrae semmai ad altri comparti e determina un saldo occupazionale negativo».
«Occorre intervenire per introdurre elementi di regolazione e di razionalizzazione ma anche e soprattutto per sintonizzare la rete commerciale interna con la nostra ormai asfittica industria, a cominciare da quella agro-alimentare - è l'appello di Rudas a Sini e al direttivo -. Il territorio non può più attendere che la politica si svegli dal suo lungo letargo».
Nella foto: Antonio Rudas
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