Red
6 novembre 2010
Dolore oncologico: corso per medici di famiglia
Organizzato dall’Asl di Sassari avrà diverse edizioni, con la partecipazione di tutor e di figure esperte in grado di contribuire alla formazione dei medici di medicina generale

SASSARI - L’obiettivo è formare tutti i medici di medicina generale sul trattamento del dolore oncologico, farli confrontare con esperti per poter di fatto creare continuità assistenziale sul territorio. Ecco perché a Sassari, a partire dell’11 novembre, partirà un corso organizzato dal Servizio Formazione dell’Asl di Sassari che vedrà i medici di medicina generale impegnati in una giornata di formazione particolarmente impegnativa, in cui avranno modo di confrontarsi con figure professionali esperte nel trattamento del dolore oncologico e, nello stesso tempo, con colleghi che rivestiranno il ruolo di “figure di riferimento e supporto” nel lavoro di tutti i giorni.
Il corso di formazione ai medici di famiglia del distretto sanitario di Sassari sarà articolato in diverse edizioni, visto il successo delle adesioni, e si svolgeranno nel villaggio San Camillo (SS- Sassari-Sorso) nelle date: 11 novembre 2010, 18 novembre 2010, 16 dicembre 2010, 13 gennaio 2011, 27 gennaio 2011. Attualmente, nel distretto sanitario di Sassari, le strutture che si occupano di trattare il dolore oncologico, dal punto di vista clinico e assistenziale, sono l'ambulatorio di Anestesia e Rianimazione, il reparto di Oncologia, e il servizio di Cure domiciliari, nello specifico l'Adi (Assistenza domiciliare integrata).
Queste strutture sono supportate dalla farmacia territoriale e ospedaliera, dai medici e dagli infermieri che aderiscono a “Ospedale senza dolore”, nonché da tutti quei professionisti che, per volontà propria, credono nel sollievo del dolore per il miglioramento della qualità della vita del malato. Da un’analisi realizzata dal Servizio Formazione dell’Asl di Sassari, nella realtà sassarese risulta evidente una criticità: manca la continuità tra l'assistenza ospedaliera e quella domiciliare, ovvero manca il coinvolgimento e l'integrazione dei medici di medicina generale in gruppi di lavoro multidisciplinari e integrati nel trattamento del dolore, nonché la preparazione di tutti i professionisti circa il trattamento del dolore acuto.
«Affinché tutti i pazienti con dolore possano venir seguiti nella fase terminale della vita – sostengono dal Servizio Formazione di San Camillo – è necessaria una campagna di informazione/formazione relativa alle linee guida sul trattamento del dolore, la collaborazione e l'integrazione delle diverse competenze professionali, quindi il coinvolgimento del medico di famiglia, quale anello di congiunzione nel passaggio tra la realtà dell'ospedale e quella domiciliare».
La Asl perciò, recependo le direttive della Regione sull'adozione delle “linee guida per il trattamento del dolore oncologico”, ha avviato nel novembre 2009 un percorso formativo strutturato rivolto a 11 medici di medicina generale che hanno dato la loro disponibilità, con l'obiettivo di rendere tali figure un punto di riferimento, nel ruolo di “tutor” per la formazione a cascata di tutti gli altri medici di famiglia del territorio di Sassari, prevista per l'anno 2010/2011. Il percorso formativo dei tutor ha visto i partecipanti coinvolti non solo in lezioni frontali ed esercitazioni pratiche, ma anche in un percorso di formazione sul campo durato da gennaio a luglio.
In questo periodo i “medici di famiglia tutor” hanno approfondito le loro conoscenze teoriche in materia di linee guida nel trattamento del dolore oncologico, incontrando i vari esperti (medico specialista in cure palliative, oncologo, medico anestesista, farmaciste), e soprattutto le modalità di utilizzo dei vari farmaci oppioidi.
Da gennaio a luglio sono stati diversi i momenti di discussione di casi clinici, il confronto e l'interazione dinamica tra il gruppo e gli esperti. Di fatto, attraverso i vari percorsi formativi si è venuta a creare una sorta di mini- rete di assistenza ospedale-territorio.
Si passa adesso quindi alla fase finale, di formazione di tutti i medici di famiglia.
Foto d'archivio
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