Il Capodanno algherese ha entusiasmato o deluso. I giudizi della piazza, quella fisica e quella virtuale. Il punto di forza è lo spettacolo pirotecnico. La smentita generale è sulle presenze
ALGHERO - Per il Capodanno, come per molti altri argomenti (ma non per tutti) vince il "de gustibus non disputandum est", ai gusti personali non si comanda. In linea con la massima latina il Cap d'Any algherese a qualcuno è piaciuto, a qualcuno meno. Su due aspetti, tuttavia, c'è il commento pressochè unanime della "piazza" (quella fisica e quella virtuale dei forum e social network): i fuochi d'artificio e i numeri della manifestazione.
Bene i primi, «sempre belli come al solito»; non veritieri i secondi, stabiliti in 50mila unità dall'Ufficio stampa del
Comune ma poco credibili considerato che «ci potevi girare in bicicletta tra i vuoti che c'erano allo scalo tarantiello» e «le persone nelle banchine non arrivavano alla Capitaneria». Per il resto il giudizio sullo spettacolo differiscono: «scazzante» o «bellissimo», da «scordare» o «indimenticabile». I commenti più tecnici riferiscono di un service inadatto e di un audio pessimo, quelli più generici di una cantante big sopravvalutata e molto pagata (Malika Ayane, 60mila euro ndr) rispetto ad artisti spalla che hanno coinvolto più e meglio il pubblico, nel palco o nelle vie circostanti.
A significare - secondo tanti - che più che essere «una questione di soldi si tratta di povertà di idee», o di «una formula che non va più» rispetto ad una concorrenza che si è fatta più agguerrita col tempo nei capodanni dell'isola. Per altri è la rivincita rispetto alle caduta di Cagliari e Sassari (che negli ultimi anni avevano sorpreso positivamente). De gustibus, appunto; ma non troppo.
Nella foto: Malika Ayane sul palco ad Alghero