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A.B. 3 febbraio 2011
Prosegue la lotta dei Pastori sardi
Mercoledì mattina Oristano è stata teatro di una manifestazione del Movimento Pastori Sardi, in concomitanza con l’incontro sulla sicurezza tra il ministro dell’Interno Maroni e l’Anci
Prosegue la lotta dei Pastori sardi

ORISTANO - Mercoledì mattina, ad Oristano si è svolta una manifestazione del “Movimento Pastori Sardi”, in occasione dell’incontro del ministro dell’Interno Maroni con l’“Anci”, sul tema della sicurezza. «Lo scopo di questa nuova mobilitazione dei pastori - spiega il Direttivo Politico Nazionale di A Manca pro s’Indipendentzia - è quello di ottenere una risposta dal ministro sul perché i pastori sardi, il 28 dicembre scorso, sono stati bloccati all’interno del porto di Civitavecchia e malmenati dalla polizia italiana e perché gli è stato impedito di arrivare a Roma per manifestare contro la politica italiana di distruzione del comparto pastorale».

«I pastori chiedono inoltre a Maroni, perché abbia appoggiato le manifestazioni degli allevatori italiani del nord, che non avevano intenzione di pagare le multe europee per aver superato le quote latte (venendo egli stesso condannato per resistenza a pubblico ufficiale a seguito di una manifestazione del 1996), e non abbia esitato invece a ricorrere alla brutalità della polizia per impedire ai pastori sardi di manifestare a Roma». I rappresentanti del Direttivo Politico, ribadiscono la loro solidarietà al Movimento Pastori Sardi ed appoggiano anche questa iniziativa, «perché ai pastori e a tutti i sardi vengano riconosciuti i propri diritti politici democratici e il diritto di vivere dignitosamente del proprio lavoro. Riteniamo poi scandaloso – proseguono - anche il contenuto dell’incontro di Oristano. I sindaci presenti, Maroni e Cappellacci, hanno auspicato che per combattere la violenza nelle zone dell’interno, sia intensificata la presenza della polizia italiana. Maroni ha parlato addirittura di un “Piano speciale per la Sardegna”».

«Noi ricordiamo a Maroni che in Sardegna ci sono trecentotrentaquattro presidi di “Forze de’occupazione” su trecentosettantasette Comuni, la media più alta dello Stato Italiano e che l’Italia ha sempre stilato “piani speciali” per le nostre comunità assediando paesi, rastrellando gli ovili e le campagne e requisendo terre per farne poligoni militari. Nei nostri paesi chiudono i servizi minimi, le strade sono in condizioni pessime, il lavoro è al tracollo e i colonialisti pensano di risolvere l’ovvio malessere sociale con una maggiore presenza di forze di occupazione militare italiana! Invece di rilanciare la pastorizia, l’agricoltura, l’industria leggera e di offrire servizi adeguati alle nostre comunità, l’Italia progetta di spendere soldi in caserme e fili spinati esattamente come fanno gli israeliani in Palestina. Sappiamo che dall’Italia ci possiamo aspettare solo questo e quindi dobbiamo progettare un’inversione di rotta, un cammino comune verso il socialismo e l’indipendenza. Pastore sardu non t'arrendas como!», concludono i responsabili del Direttivo Politico Nazionale di A Manca pro s’Indipendentzia.
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