S.A.
25 marzo 2011
Il "JazzOp" di Corvini a Palazzo di Città
Si tratta di un’opera essenzialmente musical-teatrale nei quali viene raccontato il percorso esistenziale di un giovane uomo che decide di vivere abbracciando la filosofia esistenziale della Beat Generation

SASSARI - “Beat Bop” Un’Associazione di Idee inaugura, domenica 27 Marzo, a Sassari, alle ore 11 presso il Palazzo di Città, l’ottava edizione di “JazzOp”, rassegna di produzioni originali scritte per l’organico dell’Orchestra Jazz della Sardegna ed organizzata dall’Associazione Blue Note Orchestra con il contributo dell’Assessorato alle Culture del Comune di Sassari, dell’Assessorato alla Cultura della Regione Sardegna, del Ministero per i Beni Culturali e della Fondazione Banco di Sardegna. Nel calendario della rassegna seguiranno, ad Aprile e Maggio, altre due nuove produzioni originali: “Melisma”, di Bruno Tommaso ed “Omaggio a James Taylor” di Luigi Giannatempo.
“Beat Bop” è un progetto originale del trombonista, compositore ed arrangiatore Mario Corvini e nell’occasione direttore dell’OJS, collaboratore, tra i tanti, di Tony Scott, Michael Brecker, Flavio Boltro, Liza Minnelli, Mike Stern, Natalie Cole, Manhattan Transfer, Gino Paoli e Lionel Richie, leader della Jazz Studio Big Band fondata dal padre Alberto e della Parco della Musica Jazz Orchestra, tra le migliori orchestre jazz in Europa. Si tratta di un’opera essenzialmente musical-teatrale che si avvale dei testi di Alfredo Saitto e di brevi citazioni da opere degli autori beat recitati dall’attore Massimo Russino, nei quali viene raccontato il percorso esistenziale di un giovane uomo che decide di vivere abbracciando la filosofia esistenziale dei poeti e scrittori della Beat Generation.
Allen Ginsberg, Gregory Corso, Jack Kerouac e gli altri autori beat furono protagonisti, tra gli anni quaranta ed i cinquanta del secolo scorso, di una visione del mondo volta al superamento di convenzioni centenarie, all’allargamento della coscienza di sé e del mondo, intendendo ciò in senso naturalmente estremo. Se il jazz è, prima di tutto, musica avventurosa ed innovativa, e lo era soprattutto in quei giorni, è naturale che il lavoro di Corvini e Saitto si proponga come una simbiosi naturale, un’ ”Associazione di Idee”, appunto, tra le esplorazioni musicali dei musicisti di cui si è detto ed il contraltare letterario dei contemporanei “beatniks”, come furono sprezzantemente definiti quegli “intellettuali” apparentemente brutti, sporchi e cattivi.
Assisteremo quindi ad uno spettacolo in cui gli interventi musicali dell’Orchestra Jazz della Sardegna saranno intervallati dagli interventi della voce recitante, che impersonerà il protagonista di questo percorso in parole e musica, evidenziandone anche con autoironia le contraddizioni, ma esaltando il senso di una profonda analisi e revisione di sé e della società in cui vive, che lo porterà ad un percorso nel quale le certezze della società borghese vengono infrante per fare posto a concetti quali il libero amore, l’esplorazione delle possibilità della mente umana attraverso l’alterazione chimica e la dissipazione di sé. La parte teatrale-testuale dello spettacolo si fonde con naturalezza con le musiche di Mario Corvini, ed il solismo del sassofonista Massimo Carboni, che impersona la figura del bopper, farà da contraltare ai vari passaggi di testo recitato, generando un risultato complessivo avvolto da suggestioni sonore che rimandano direttamente alle inquietudini dei jazzisti dell’epoca.
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