|
A.B.
10 giugno 2011
Cinema a Sassari: Chiude l’Ariston
L’annuncio è stato dato nel corso di una conferenza stampa dal gestore Giorgia Guarino. Fu suo padre, nel 1962, a prendere la gestione della sala aperta quattro anni prima

SASSARI - «Mi arrendo. Mi sento sconfitta», con queste parole secche e definitive, Giorgia Guarino, gestore dei cinema sassaresi, ha annunciato nel corso di una conferenza stampa la chiusura dell’“Ariston”, sala storica che esiste dal 1958 e che suo padre prese in gestione nel 1962. Il contratto di affitto del grande immobile di Viale Trento è scaduto a dicembre 2010: «Ho chiesto altri sei mesi per potermi organizzare, e non nascondo che avevo delle speranze di riuscire a trovare un accordo con i proprietari. Ma purtroppo così non è stato», spiega la giovane imprenditrice, che ha trentaquattro anni ed ha preso le redini dell’impresa di famiglia dieci anni fa. «Non posso accettare le richieste della società “Siec”, della quale la mia famiglia possiede una piccola quota: già oggi a fine mese riesco a malapena ad arrivare al pareggio. Mi trovo ad essere solo operatore culturale e non anche imprenditore. E in ogni caso non riuscirei mai a pagare un canone più alto».
In realtà, di tentativi per salvare l’Ariston ed il lavoro delle due persone che occupa, Guarino ne ha fatti tanti nel corso degli ultimi anni: innanzi tutto ha proposto ai proprietari una ristrutturazione completa del locale, con la suddivisione nell’enorme superficie (conta settecentocinquanta posti, che nella realtà di oggi sono un’enormità) in tre-quattro sale. Fare dell’ormai anacronistica monosala un moderno multisala, avrebbe avuto, infatti, diversi vantaggi: con lo stesso numero di impiegati avrebbe però triplicato (o quadruplicato) le possibilità di incasso. A quel punto, con un cinema al passo con i tempi, sarebbe stato anche giustificato un aumento del canone d’affitto. Ma davanti a queste proposte, purtroppo, Giorgia si è trovata davanti un muro. La società vuole giustamente guadagnare dall’immobile: facendo un mero calcolo in metri cubi e posizione in città, è stato ricalcolato il canone d’affitto: «Ma un cinema non è un locale commerciale - precisa - e quindi non si può pensare, a queste condizioni, di poter calcolare l’affitto in questo modo. Il locale è vecchio, gli spettatori non sono contenti e non lo sono nemmeno io, è una situazione paradossale». La parola “Fine” sullo storico polo d’aggregazione sassarese verrà scritta improrogabilmente
il 30 giugno. E cosa succederà dopo? «In teoria potrebbe arrivare anche un altro imprenditore e decidere di riaprire il cinema, ma dovrebbe acquistare tutte le attrezzature e gli arredi, che sono miei - spiega l’imprenditrice - Anche se ritengo sia impossibile che qualcuno possa farcela data la richiesta ingente dei proprietari. Inoltre i due dipendenti rischiano di perdere il lavoro e sono davvero dispiaciuta. Non solo perché queste persone le conosco sin da quando ero una bambina, ma perché è sempre un dolore dover licenziare, mettere in difficoltà delle famiglie. Sto cercando delle soluzioni alternative, e spero, con l’aiuto dei sindacati, di poter risolvere questo problema».
Non c’è altra soluzione quindi: Sassari perderà un luogo di cultura e intrattenimento e non si potrà fare altro che constatare questa situazione. «In realtà si potrebbe acquistare il locale, ristrutturarlo da cima a fondo e farne un cinema multisala, come sto proponendo da anni e anni ormai. Solo che io da sola non posso affrontare un investimento simile, servirebbe la collaborazione con qualche altro imprenditore. Spero tanto che qualcuno si faccia vivo con me, sono disposta a fare un progetto concreto», auspica Guarino. Le cifre per realizzare i multisala sono importanti, da anni non ci sono più nemmeno i contributi “Fus” e l’imprenditore deve fare tutto con le proprie forze. Ma i problemi per il mondo culturale di Sassari non finiscono qui: a novembre 2010, infatti, è scaduto anche il contratto del “Quattro Colonne”, che è stato prorogato fino a luglio. La situazione è la stessa: nella rinegoziazione è arrivata la richiesta di un canone d’affitto molto alto. «La crisi del cinema non è un problema solo sassarese, è mondiale. La pirateria e la crisi economica generale hanno allontanato moltissimi spettatori dalle sale. L’avvento del 3D aveva fatto sperare in una ripresa che però non c’è stata. Mio padre diceva sempre che il nostro mondo va ad alti e bassi, io purtroppo sto ancora aspettando che l’onda torni su. L’immobile dove si trova il Quattro Colonne è in vendita da due anni. Nessuno si può permettere certi investimenti oggi».
La realtà è che oggi con le monosale non si può più lavorare. In Italia, anche i multisala stanno andando in crisi, tant’è che spesso vengono ceduti alle grandi multinazionali. La media degli spettatori è crollata: a Sassari nel corso della settimana si registrano, mediamente, quindici-venti spettatori per ogni proiezione. Cifre irrisorie che non permettono di fare impresa. «Sul “Cinema Moderno” ho fatto grossi investimenti: ho acquistato il proiettore digitale e l’apparecchiatura per il 3D per oltre centomila euro e ancora non sono riuscita a ripagare questo investimento. Il contratto di locazione di quella sala scade a fine 2012. Sono più fiduciosa sul futuro del Moderno: ho un ottimo rapporto con i proprietari anche se da diversi anni propongo di dividere in due la sala ma ancora non hanno deciso cosa fare». Giorgia Guarino ha infine voluto precisare che a Sassari non esiste alcun monopolio del cinema: «Perché ci sia monopolio ci devono essere delle barriere all’ingresso di nuovi operatori, cosa che non esiste in alcun modo in città. Anche se lo volessi, e non lo voglio sia chiaro, non sarebbe possibile. Anni fa ci fu l’esperimento al “Ferroviario”. Durò meno di un anno, purtroppo. L’imprenditore che aveva voluto cimentarsi nell’impresa mi chiese come facessi a sopravvivere. Oggi dico: non ce la faccio più».
|