Red
28 settembre 2011
«Col nuovo Ppr scompare la fascia costiera»
E´ la denuncia del capogruppo in Regione del Partito democratico Mario Bruno, che denuncia una legge che va contro gli interessi delle salvaguardia dell´Isola

CAGLIARI - «Una cosa è certa: col nuovo Ppr scompare la tutela della fascia costiera. Fino a oggi, infatti, la fascia costiera come “bene paesaggistico d’insieme” era la “risorsa strategica fondamentale per lo sviluppo sostenibile del territorio sardo” (così dice l'articolo delle norme di attuazione attuali). Il centrodestra invece elimina l’esigenza di progettare il territorio tenendo conto delle complesse dinamiche che investono la risorsa primaria per lo sviluppo del turismo e dell’economia della nostra Isola: il paesaggio delle nostre coste, con i suoi valori naturalistici, storici, culturali e identitari».
E' la denuncia del capogruppo del Partito democratico Mario Bruno, che precisa: «Questo principio era ormai assodato, tant’è che i Comuni chiamati a Cagliari per discutere di una nuova delimitazione degli Ambiti di paesaggio costiero, avevano manifestato la volontà di conservare la visione unitaria esistente. Ma Cappellacci e Rassu non ne tengono conto, alla faccia della partecipazione degli enti locali».
Nella nuova ipotesi di norme tecniche, all'articolo 9 si separano i sistemi naturali da quelli identitari col rinvio ad un Atlante e all'emanazione di specifica disciplina. Mentre negli articoli successivi si stila un elenco dei beni paesaggistici che altro non sono che la citazione testuale di disposizioni di legge nazionali (con l’esilarante precisazione - sottolinea Mario Bruno - che “il PPR non rileva la presenza di ghiacciai, di circhi glaciali e di vulcani nel territorio regionale sardo”: «bastava avere gli occhi per rilevarlo»..), che vincolano una fascia della profondità di 300 metri (come recitava ormai oltre 25 anni fa il “decreto Galasso”), «con buona pace delle spiagge e delle dune di Chia, Piscinas, Is Arenas, Porto Ferro, Platamona, Rena Maiore, Porto Pollo, Capo Comino, Costa Rei, che osano estendersi per fasce di profondità maggiore».
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Questa scelta appare, casomai, come una formula per depotenziare e forse cancellare definitivamente la Conservatoria delle Coste e per favorire – senza attendere l’elaborazione dei Puc – l’applicazione nelle zone costiere del “piano casa” e dei suoi principi che stravolgono la pianificazione paesaggistica precedente», denuncia il capogruppo del Pd in regione. «Come è avvenuto per la legge sul golf - dice - si utilizza perfino la norma di tutela del paesaggio per far costruire sulle coste. Uno scempio che ci chiama ad una forte opposizione dentro e fuori il Consiglio regionale».
Eppure le richieste degli Enti locali riportate nel sito web di “Sardegna Nuove Idee” erano altre, ricorda Mario Bruno, che fa un dettagliato elenco: la perequazione urbanistica e territoriale per consentire alle Amministrazioni di programmare un uso corretto e una migliore organizzazione del territorio; connessioni interno-costa e con le risorse culturali e ambientali; un livello intermedio di pianificazione; un'articolazione locale delle Norme Tecniche di Attuazione, per adeguarle alle specificità locali (e in questo gli Ambiti costituirebbero la dimensione ideale); la disciplina delle installazioni energetiche; politiche per mantenere la popolazione negli insediamenti esistenti. «Di tutto questo non c’è traccia - conclude l'algherese - e, soprattutto, una nuova legge urbanistica regionale, per chiamare le cose col loro giusto nome, è urgentissima e inevitabile».
Nella foto: Mario Bruno
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