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Red
10 luglio 2014
260 decibel in mare: Wwf contro le trivellazioni
Il Wwf con una nota indirizzata ai sindaci di Alghero, Bosa, Magomadas, Narbolia, Porto Torres, Sassari e Tresnuraghes manifesta totale sostegno per l’opposizione ad attività di ricerca di idrocarburi nel mare della Sardegna ed in particolare nel mare tra il Golfo dell’Asinara, Alghero e Bosa

ALGHERO - Il Wwf con una nota indirizzata ai sindaci di Alghero, Bosa, Magomadas, Narbolia, Porto Torres, Sassari e Tresnuraghes manifesta totale sostegno per l’opposizione ad attività di ricerca di idrocarburi nel mare della Sardegna ed in particolare nel mare tra il Golfo dell’Asinara, Alghero e Bosa. Opposizioni analoghe sono già state espresse in altre realtà internazionali che hanno denunciato come tali attività di ricerca possano provocare effetti negativi sulla flora e fauna marina anche in conseguenza delle modalità di ricerca degli idrocarburi che prevedono spari di aria compressa. «Le modalità delle ricerche nei mari della Sardegna che riguarderebbero migliaia di chilometri di tracciato e per un periodo di diverse settimane con probabili spari di aria compressa nel fondale marino con intensità sonora che potrebbero raggiungere i 260 decibel, un livello di emissione che in natura viene superato solo da terremoti ed esplosioni di vulcani sottomarini rappresenta – ha dichiarato Carmelo Spada responsabile Wwf Sardegna per l’inquinamento acustico - un grave pericolo per i cetacei».
«Infatti – afferma l’esponente del Wwf - l’area marina interessata si trova in prossimità del confine occidentale di Pelagos: 90.000 Km2 di superficie marina meglio conosciuta come Santuario dei Cetacei del
Mediterraneo, un’Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo, che ha valenza internazionale perché coinvolge ambiti territoriali di pertinenza francese, monegasco e italiano. In questa zona del
Mediterraneo vi è una massiccia concentrazione di cetacei rappresentati da dodici specie tra i quali la Stenella, la Balenottera Comune, il Capodoglio, alcune delle quali in forte contrazione ed a rischio
estinzione; inoltre lungo la costa della Sardegna e della Corsica interessata dalle prospezioni geognostiche marine, sono inoltre presenti il Parco internazionale delle Bocche di Bonifacio, il Parco Nazionale
dell’Asinara, le Aree Marine Protette di Capo Caccia – isola Piana di Alghero e Penisola del Sinis – isola di Mal di Ventre di Cabras, il Parco Naturale Regionale di Porto Conte, nonché numerosi siti a tutela della biodiversità: aree comprese nella rete Natura 2000 (SIC e ZPS)».
«Il Wwf osserva che tali attività – ha continuato l’esponente del Wwf - si inseriscono e sommano nell’Eco-regione Mediterraneo che comprende una grandissima varietà di ambienti animali, culture e popoli. L’equilibrio è sempre più minacciato dall'impatto delle attività umane come il consumo di suolo, la desertificazione, la pesca eccessiva, l'inquinamento sotto varie forme e quello acustico. Le conseguenze sono impatti diretti e indiretti sulla biodiversità, che vengono a loro volta amplificati dai cambiamenti climatici. Per questo motivo la rete degli uffici WWF nel Mediterraneo (Francia, Italia, Grecia, Spagna, Turchia) si è impegnata nella definizione di una strategia di conservazione comune, la Mediterranean Initiative, con l'obiettivo di arrestare la perdita di biodiversità».
«Il Mediterraneo – ha proseguito il rappresentate del Wwf - ospita un’incredibile diversità biologica, culturale, sociale, politica ed economica. In un’area che occupa meno dell’1% della superficie
planetaria, si concentrano più di venti diverse nazioni, l’8% della flora mondiale e l’8% della biodiversità marina mondiale, con il 28% di specie endemiche. Questo incredibile patrimonio di vita è sottoposto a una pressione antropica estrema che lo porta ad essere inquinato, degradato, sfruttato oltre misura». «Il Wwf – ha concluso Carmelo Spada – ricorda che l’Associazione è già impegnata nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema delle trivellazioni anche con uno spot pubblico su You tube narrato e interpretato dal noto attore Luca Zingaretti per dire no alle Trivelle nel canale di Sicilia».
Foto d'archivio
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