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Antonio Manunta 18 novembre 2014
L'opinione di Antonio Manunta
Scarpa se ne lava le mani
<i>Scarpa se ne lava le mani</i>

Usando un'allegoria potremmo dire che Scarpa, sindaco di Porto Torres, del problema acqua se ne lava le mani. Egli, ancora nel recente incontro sollecitato dai cittadini, circa i continui disservizi di potabilità, erogazione e bollettazione a carico di Abbanoa, ha avuto un atteggiamento da osservatore quasi distaccato. Frasi del tipo... "questo non lo sapevo, non posso fare niente, io non ho poteri, ditemi voi cosa fare, su quest'altro ho le mani legate, ecc" e via dicendo su questo tenore. Come dire... «Su questa seccatura dell'acqua, mi ci volete proprio tirare dentro. Io ne vorrei stare fuori. Arrangiatevi!» Essendo egli sindaco da quasi 5 anni ed essendo la problematica continua e preoccupante, questo atteggiamento pilatesco è oltremodo irritante. Da sommare a tutti gli altri disservizi, inadempienze, atti di sostanza e di forma, affrontati maldestramente dall'amministrazione comunale di Porto Torres in questi 5 anni.

Tutti sanno che i comuni sardi, non possono distaccarsi e/o gestire autonomamente le competenze del servizio idrico integrato, che la legge assegna ad Abbanoa circa la captazione, adduzione e distribuzione di acqua, le fognature e la depurazione delle acque reflue. Io stesso, avendo vissuto la problematica in altre città, circa due anni fa suggerii al sindaco di attivarsi per alleviare e supportare i cittadini con due azioni fattibili. Azioni da sindaco responsabile. La prima cosa da fare era accordarsi con un gestore di servizio erogazione acqua potabile certificata, per installare 4 distributori in città, fornendo piazzole e allacci acqua e energia elettrica. Gratuita per i soggetti svantaggiati, a basso costo per gli altri, tramite social card, usufruendo di agevolazioni della regione Sardegna.

Non era certamente la tramutazione dell'acqua in vino, come descritto nella Parabola delle Nozze di Cana, ma certamente i cittadini avrebbero apprezzato. Altra azione era l'istituzione della figura dell'Ombudsman comunale dell'ACQUA. Una sorta di difensore civico / vedetta comunale della qualità acqua, che avrebbe dovuto recepire le segnalazioni dei cittadini e monitorare la situazione giornalmente, mappando le disfunzioni del sistema di distribuzione, fognatura e depurazione e dell'emissione bollette. Quantificando perciò i giorni di disservizio, le zone ed agendo a valle, a supporto dei residenti utenti, presso il giudice di pace regionale, Ministero Ambiente, Enti di Tutela e nelle sedi che la legge consente.



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