Carmelo Spada
5 gennaio 2015
L'opinione di Carmelo Spada
No al fardello delle scorie radioattive
Anche in Sardegna potrebbero essere individuati siti come le miniere dismesse. Il Wwf è consapevole del grave problema e della necessità di mettere in sicurezza i rifiuti radioattivi individuando una o più sedi congrue e pluridecennali per lo stoccaggio delle scorie radioattive prodotte in Italia, tuttavia ritiene che la Sardegna non debba sopportare anche questo ulteriore "fardello". Il problema deve essere affrontato in una visione complessiva, infatti la Sardegna sopporta già diverse gravi situazioni di rischio ambientale e sanitario definite tali dal Ministero dell’Ambiente in quanto pericolose e che necessitano di interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo, delle acque superficiali e sotterranee: sono le aree industriali di Porto Torres e del Sulcis Iglesiente Guspinese la cui estensione si stima di circa 445.000 ha.
L’estensione di queste due aree SIN (Siti di interesse nazionale) porta la Sardegna in testa alla triste classifica delle regioni italiane per l’estensione delle aree contaminate. Ad esse vanno aggiunte le servitù militari per altri 22.000 ettari che costituiscono il 60% di tutte quelle presenti nel territorio nazionale. Altresì va ricordato che l’indagine dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, ha inserito la Saras raffinerie sarde spa a Sarroch tra i primi 100 inquinatori della classifica europea (92esimo posto). Nell’analisi dei costi, secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, vengono individuati i costi dell’industria, in ambito europeo, in termini di impatto sulla salute e l’ambiente, che include morti premature, costi per la sanità, giorni lavorativi persi, problemi di salute, riduzione dei raccolti agricoli.
Il territorio sardo, in particolare quello del sud dell’isola, è disseminato di miniere dismesse che costituiscono un’inestimabile potenzialità culturale dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco, ma al tempo stesso, per essere valorizzato, sono necessarie le bonifiche.
Infatti nel corso dei secoli lo sfruttamento di questi siti minerari ha prodotto effetti negativi quali le scorie di coltivazione che ammontano a 70 milioni di mc. Alcuni di questi siti minerari dismessi potrebbero essere indicati, nei prossimi giorni, per lo stoccaggio delle scorie radioattive. Non possano essere più procrastinati gli interventi di bonifica – previsti da molti anni, ma non ancora realizzati - in tal modo si potrà eliminare qualsiasi alibi per un utilizzo improprio dei siti minerari come deposito di scorie radioattive. Il Wwf auspica che le azioni di bonifica dei siti minerari garantiscano occupazione reale e restituiscano un futuro sostenibile alla Sardegna concretizzando la valorizzazione, la fruizione culturale e turistica degli stessi.
*Delegato Wwf Sardegna
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