Mariangela Pala
4 febbraio 2015
Porto Torres, Civiltà è progresso: «rimborso cauzioni acqua: farsa»
L’associazione Civiltà è progresso ha sempre ritenuto ingiustificabile pretendere il deposito cauzionale dagli utenti, così come ritiene iniquo e fallimentare il sistema di rimborso adottato dal comune

PORTO TORRES - La decisione del gestore idrico Abbanoa di chiedere a migliaia di utenti il famigerato deposito cauzionale aveva sollevato le giuste proteste da parte delle associazioni di consumatori e di privati cittadini. L’associazione Civiltà è progresso ha sempre ritenuto ingiustificabile pretendere il deposito cauzionale dagli utenti non morosi e già da anni allacciati alla rete, in quanto hanno dimostrato nel tempo di essere buoni pagatori. Il problema era stato affrontato durante l’Assemblea pubblica del 19 novembre scorso, organizzata dall’associazione che da qualche anno affronta, studia e diffonde le tematiche della difesa dell'ambiente e della qualità della vita nel territorio, con particolare attenzione agli interessi degli utenti che si avvalgono di qualunque servizio pubblico, in special modo dei servizi primari quale quello dell'erogazione dell'acqua potabile.
A quell’incontro avevano partecipato il sindaco Beniamino Scarpa e due rappresentanti dell’ufficio conciliazione del gestore della rete idrica Abbanoa, il responsabile dei Servizi alla clientela, Ivo Picciau, e il Responsabile dello Sportello telematico, Alberto Urpi. Durante l’assemblea il sindaco, in un’affollatissima sala Filippo Canu, « si era pomposamente impegnato a restituire il deposito cauzionale che gli utenti turritani avevano versato al comune al momento della stipula del contratto per il servizio idrico», sostiene la Presidente dell’associazione Civiltà è progresso, Alba Rosa Galleri. La Giunta, infatti, dopo poche settimane aveva deliberato l’impegno di spesa di 100mila euro, cifra inserita nel bilancio di previsione 2015, nonché l’attribuzione dell’incarico all’ufficio tecnico comunale a predisporre gli atti.
A distanza di oltre due mesi, l’associazione Civiltà è progresso denuncia una situazione scellerata e disastrosa: «gli uffici hanno svolto un lavoro massacrante per individuare chi potesse usufruire della restituzione del deposito cauzionale, tenuto conto che 100mila euro, divise per le oltre settemila utenze, il risultato sarebbe di circa 14 euro ad utenza, una cifra irrisoria se paragonata ai 55 euro richiesti da Abbanoa», sottolinea, la presidente Galleri, che spiega come il comune abbia optato per l’esame delle pratiche successive al 2002 (2002/2006), per una questione legata all’imposizione Iva, le quali sono risultate circa 700. Inoltre le pratiche esaminate, secondo gli accertamenti fatti da Civiltà è Progresso, sono tutte relative ad utenti i cui versamenti sono superiori ai 100 euro, con il risultato che le somme da restituire, in base alle risorse previste dal bilancio 2015, coprono poco più del 10 per cento delle utenze.
«Credo che l’operazione sia a dir poco iniqua e fallimentare: i cittadini di Porto Torres pagheranno ad una parte degli utenti, attraverso l’imposizione fiscale, la restituzione degli anticipi sui consumi versati al comune, - sostiene in conclusione, il presidente Alba Rosa Galleri - ma il paradosso è che, gli utenti anziani che hanno stipulato i contratti quaranta o cinquant’anni fà, pagheranno le cauzioni a quelli che hanno stipulato i contratti più recentemente: insomma una presa in giro». Nel frattempo l'associazione Civiltà è Progresso si sta attivando per preparare una class action, affinché venga riconosciuto ai cittadini di Porto Torres un equo risarcimento per i danni morali e materiali che Abbanoa avrebbe causato in questi ultimi 4 anni.
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