Mariangela Pala
12 maggio 2015
Porto Torres, Acqua non potabile: lettera al Prefetto
L’associazione Civiltà è Progresso ha scritto al Prefetto di Sassari chiedendo di censurare l’atteggiamento della società Abbanoa per ripristinare il servizio di utilizzo dell´acqua di rete

PORTO TORRES - L’associazione Civiltà è Progresso ha scritto al Prefetto di Sassari chiedendo di censurare l’atteggiamento della società Abbanoa che gestisce il servizio idrico «affinché adotti tutte quelle misure volte al ripristino del servizio e a cessare il grave pregiudizio che viene causato alla cittadinanza». Nella lettera si evidenzia che «sono ormai due settimane che a Porto Torres vige il divieto di utilizzare l’acqua di rete sia per bere che per ogni altro uso alimentare (secondo l’ordinanza sindacale n. 9 del 27 aprile 2015) per l’ennesima volta!», scrive il Presidente dell’associazione, Alba Rosa Galleri.
Troppi i disagi che il gestore unico del servizio idrico sta causando alla cittadinanza, che hanno imposto una serie di iniziative giudiziarie tra le quali l’avvio di un’azione di classe, e che «sono ormai un’indecenza sia dal punto di vista sociale che dal punto di vista economico», si legge nello scritto. «Nessuno, finora è riuscito a far rispettare gli obblighi che Abbanoa ha, allorché eroga acqua non potabile per un tempo così prolungato, non solo, a fronte di distribuzione di acqua non potabile, continua a fatturare in bolletta i costi di potabilizzazione», comunica nella lettera il presidente.
«Accanto a questi problemi - come già denunciato in una precedente comunicazione - vi è la grave situazione economica di larghe fasce di popolazione, anziani, ammalati, disoccupati, indigenti, che non possono far fronte ad un tale aggravio di spesa. Accade così che molte famiglie, soprattutto tra le più deboli economicamente, continuino ad usare acqua sostanzialmente inquinata e dannosa per la salute», si legge nel documento in cui si aggiunge «Non solo, non è dato sapere quale acqua utilizzino, per le loro produzioni, panifici, ristoranti, bar, pizzerie, mense scolastiche, comunità ricettive per anziani o quant’altro».
La mancanza di acqua potabile di questi giorni, disservizio che si ripete in maniera ciclica, non può certo garantire i requisiti minimi di benessere e, perciò, una casa priva di acqua potabile risulta “non vivibile” dal punto di vista umano. Appare del tutto evidente che tale problematica, oltre ai già richiamati inconvenienti igienici, genera un sempre diffuso allarme sociale, atteso il numero crescente di utenti coinvolti nella vicenda, privando il cittadino anche di un minimo di approvvigionamento con mezzi alternativi, in barba ai normali diritti all'accesso all'acqua pubblica. Pertanto l’associazione Civiltà è Progresso in qualità di garante dei servizi pubblici essenziali, di fronte ad una situazione non più sostenibile da parte di tutta la comunità, chiede al Prefetto di intervenire presso Abbanoa, affinché venga ripristinato il servizio per far cessare il grave pregiudizio che viene causato alla cittadinanza.
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