Marco Tedde
14 luglio 2015
L'opinione di Marco Tedde
La montagna di Sanluri ha partorito un topolino afono
Un conclave monco che ha registrato l'assenza di circa il 40% degli invitati, s'è concluso con una fumata gialla. Cioè quella fumata che serve ai cardinali prima del conclave per testare il funzionamento della stufa. Un nulla di fatto che non s'è potuto tradurre in un cronoprogramma delle cose da fare. Anzi, qualcosa l'ha prodotta: lo stantio "refrain" della necessità delle riforme della sanità e degli enti locali.
Ovvero, tradotto dal politichese, individuare poltrone da spalmare sulla coalizione. Anche per tacitare gli alleati più riottosi, la cui aggressività cresce giorno dopo giorno. I problemi rimangono tutti. Da quelli relativi alla disomogeneità della coalizione che rende problematico fare scelte condivise. Per passare a quelli relativi alle incompatibilità caratteriali di Pigliaru e di Soru che tenta di fare l'asso "pigliatutto", che inceppano i meccanismi di governo.
Per arrivare all'incapacità della Giunta dei professori di calarsi nella realtà quotidiana e nei reali problemi dei sardi. Insomma, la moderna "battalla" di Sanluri ha lasciato gli eserciti nelle medesime posizioni di partenza. Il sospetto è che il tanto propagandato incontro sia servito solo a far tirare il fiato alle truppe e ai loro generali, e a spostare l'aggressione dei tanti problemi non affrontati al rientro della pausa estiva. Nel frattempo la Sardegna può aspettare, con le imprese e le famiglie prive del sostegno della Regione che continuano a domandarsi quando e se comincerà il domani annunciato dal programma di governo di Pigliaru”.
*Vice capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale
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