Mariangela Pala
22 agosto 2015
Porto Torres: Reddito di cittadinanza «rinviato» al 2017
L´argomento è stato oggetto di discussione nella prima riunione della commissione ai servizi sociali presieduta da Paola Conticelli

PORTO TORRES - Ritorna in voga il tanto agognato reddito di cittadinanza, strumento necessario, a detta di molti, per contrastare la povertà crescente e per l’ inclusione sociale dei soggetti più deboli. Dare una fonte di reddito a chi non ha un occupazione e cercare di inserirlo nel mondo del lavoro sarebbe una necessità, per chi è delegato a gestire la vita dei portotorresi. Di reddito minimo garantito si è parlato tanto durante la campagna elettorale: la proposta giungeva dal Movimento 5 Stelle vincitore delle ultime amministrative.
Inserito tra gli obiettivi strategici delle linee programmatiche dell’amministrazione comunale, per sostenere le famiglie con difficoltà economiche, il reddito di cittadinanza dovrebbe partire dal 2017 e pertanto coloro che si trovano sotto la soglia di povertà (indicata dall’Istat a 7.200 euro) e che avevano sperato in un sussidio dovranno aspettare almeno due anni. Porto Torres conta circa 6mila disoccupati e il numero degli assistiti dai servizi sociali è in continuo aumento, in tale contesto un reddito minimo garantito dovrebbe presentarsi come una misura di contrasto alla povertà rivolta ad una fascia ampia di cittadini a cui non si sa bene se verrà richiesta una contropartita, come la partecipazione a corsi di formazione e riqualificazione, insomma un reddito agganciato che non si capisce ancora a quali requisiti e passaggi devrà soddisfare.
Il tema è stato affrontato nei giorni scorsi dalla commissione dei servizi sociali, presieduta da Paola Conticelli. «L’attuazione del reddito di cittadinanza è prevista per il 2017, le motivazioni sono dovute alla necessità di progettarlo e poi perché faremo in modo di destinare il 5 per mille a questo tipo di intervento, e questo si può fare dal prossimo anno», ha dichiarato il presidente della commissione. Tra i metodi di finanziamento del reddito di cittadinanza anche il recupero dei fondi europei in grado di garantire un “bonus” a chi ha un Isee inferiore alla soglia minima di povertà.
Il M5S nazionale ha anche lui in mente un sussidio (quantificato in 780 euro al mese) da assegnare a tutti coloro che sono disoccupati o pur lavorando guadagnano meno di questa cifra. Un progetto che secondo i calcoli dell’Inps costa 16-17 miliardi; tanti, anche se parte delle risorse verrebbero dall’assorbimento di strumenti come i finanziamenti europei. E’ l’auspicio della commissione ai servizi sociali di Porto Torres. «Lavoreremo per reperire risorse provenienti dalla Regione e dall’Europa e restituire dignità a persone in difficoltà», ha aggiunto Conticelli, che precisa come il reddito di cittadinanza verrà corrisposto, non in contanti, ma sottoforma di carta spendibile nei supermercati e negli esercizi commerciali locali.
La proposta del consigliere di minoranza Gian Luca Tanda è stata la necessità della presenza di un dirigente durante le commissioni, affinché si affronti l’argomento con le giuste informazioni, su come vengono programmati gli interventi da parte dei servizi sociali a favore degli assistiti. Ancora tanta strada da fare dunque, per ricalibrare alla radice la sostenibilità del meccanismo di welfare, prima ancora di proporre uno strumento ad una platea abbastanza numerosa di beneficiari, con l’obiettivo, si spera, di stroncare la dipendenza all’assistenzialismo, attraverso forme di collaborazione e proposte di lavoro per ottenere un diritto mentre si rispettano i propri doveri.
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