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A.B. 23 settembre 2015 video
Full time a Valledoria: Carabinieri sgominano la banda dei romeni
I nove arrestati sono ritenuti responsabili dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti, ricettazione e riciclaggio


VALLEDORIA - Alle prime ore del giorno, i Carabinieri della Compagnia di Porto Torres hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Tempio Pausania, a carico di nove soggetti di nazionalità romena che, a vario titolo, sono ritenuti responsabili dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti, ricettazione e riciclaggio. L’operazione, denominata “Full Time”, ad indicare la dedizione a tempo pieno degli indagati a commettere reati contro il patrimonio, è stata coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Angelo Beccu ed ha visto l’impiego di 90 carabinieri, tra cui le unità cinofile e lo Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna. Sono quindici gli indagati denunciati a piede libero, altrettante le perquisizioni delegate, sette gli arrestati in carcere e due le donne sottoposte all’obbligo di presentazione alla Pg, tutti di nazionalità romena, molti dei quali con precedenti di polizia.

Le manette sono scattate simultaneamente in Italia, Inghilterra, Svizzera ed in Romania. Tre arresti eseguiti rispettivamente a Londra, Zurigo e Corabia, che le polizie europee, coordinate dal personale della Divisione SiReNe della Direzione Centrale Polizia Criminale del Ministero dell’Interno, hanno monitorato sino all’emissione, da parte della Procura di Tempio Pausania, del Mandato d’Arresto Europeo. Nel comune di Olbia ed in quello di Occhiobello, sono stati fermati e poi condotti in carcere gli altri quattro componenti della banda. Le indagini dei Carabinieri della Tenenza di Valledoria, supportati dalla Compagnia di Porto Torres, sono iniziate esattamente un anno fa quando nottetempo avvenivano, nel giro di pochi giorni, due furti all’interno dell’Eurospin nella zona industriale del paese dove, con l’utilizzo di una smerigliatrice, i malviventi aprivano le due casseforti murali forzando le casse e danneggiando il sistema antincendio. Ma, a differenza degli altri furti in esercizio commerciale, questi erano pianificati, organizzati nei minimi dettagli, condotti dai componenti di una banda che sembrava ben addestrata a farlo e che di li a poco avrebbe messo a segno una serie di colpi, condotti con le stesse modalità e localizzati in tutto il nord Sardegna. Movenze e disciplina militare, nessuna sbavatura, niente impronte, guanti e cappuccio calzato, nemmeno una parola durante il colpo, svaligiati supermercati, bar, aziende, distributori di carburante ed abitazioni: diciotto i furti messi a segno che è stato possibile documentare ed in tutti i casi era sempre la stessa storia. Nella fase embrionale, l’attività investigativa è stata caratterizzata da un lungo lavoro di analisi dei due furti all’Eurospin di Valledoria. I filmati, le analogie di movimento dei malviventi, numerosi appostamenti vicino agli esercizi commerciali del paese, il controllo incrociato dei pregiudicati locali e non, lunghi pedinamenti ed alla fine il cerchio si è ristretto intorno ad una cerchia ben definita di soggetti rumeni con precedenti per reati contro il patrimonio.

Preso atto dei legami e della storia criminale dei personaggi individuati, i Carabinieri di Valledoria hanno avviato un’articolata attività tecnica che ha consentito di far luce sui numerosi delitti commessi e di far emergere l’esistenza di una associazione a delinquere organizzata e ben strutturata in cui ciascuno aveva un suo ruolo ed una sua funzione. Il valore aggiunto era dato dalla modularità della banda, che mostrava la sua pericolosità sociale palesando una solida organizzazione operativa, dotata di una spiccata e preoccupante capacità offensiva. Gli indagati si sono avvalsi, infatti, della collaborazione di altre persone in relazione alle necessità operative, logistiche e criminali, utilizzando anche l’aiuto delle proprie compagne che, destando meno sospetti alle forze di polizia, si occupavano di cambiare il denaro provento dei reati. Il vincolo associativo non dipende solo da uno stabile e pregresso rapporto di amicizia e di condivisione di gran parte della vita quotidiana, ma soprattutto dall’esistenza di un programma delinquenziale, accompagnato dalla consapevolezza dei consociati di far parte di un’organizzazione strutturalmente funzionale alla realizzazione di una serie indeterminata di delitti e non di un vincolo circoscritto alla consumazione di uno o più reati predeterminati.

La complessa attività investigativa dei Carabinieri di Valledoria, e quindi l’analisi di ogni elemento emerso sia dallo stile di vita, sia dal metodo operativo della banda predetta, permetteva di ricostruire il modus operandi, che risulta peraltro essersi costantemente migliorato con il passare del tempo a seguito dell’escalation di furti perpetrati nel nord Sardegna e principalmente, nell’ultimo periodo, in Olbia. I ricognitori della banda eseguivano un minuzioso sopralluogo sull’obbiettivo nei giorni precedenti l’esecuzione del colpo e, in caso di presenza di casseforti, si premuravano di portare sul posto elettroutensili appositi che sapevano utilizzare con dimestichezza. L’ultimo sopralluogo viene effettuato nella stessa giornata del presumibile “colpo” e ripetuto se occorre poco prima, in posizione di osservazione. L’obbiettivo veniva raggiunto a piedi, percorrendo a volte anche diverse centinaia di metri. Una volta fatto il colpo la refurtiva bollente era nascosa per poi essere recuperata diversi giorni dopo ed assegnata alle donne della banda per la ricettazione della merce ed il riciclaggio del denaro. Gli indagati hanno palesato una mole impressionate di contatti fra loro a dimostrazione di uno stretto legame personale, ben visibile dai profili dei social network, ove hanno postato foto di gruppo antecedenti e successive la commissione dei reati, nonché la pubblicità delle loro condotte antisociali con aggettivazioni nei profili Facebook come: “impiegato in una associazione internazionale di furti e rapine”.

Al termine delle indagini, si è individuata una banda criminale composta da sette individui, che rappresenta l’hard core dell’organizzazione: Danut Vaduva (capo banda), il fratello gemello Florin, Gheorghe Cringus (detto Jonny), Sorin Gigi Patru (detto Soare), Gabriel Alexandru Atanasoaie (detto Gaby), Sever Marian Cretulescu (detto Tava) e Victor Ionut Micu (detto Schelet). Tra i furti commessi, scoperti dai Carabinieri di Valledoria, di cui i predetti si ritengono pienamente responsabili, si segnalano in particolare quelli in danno all'Eurospin di Valledoria, in un bar di Ozieri posto vicino al Commissariato di Pubblica Sicurezza, al Luxury Mall ad Olbia, al centro commerciale Terranova di Olbia, alla Ditta Scandellari di Olbia, ad un emporio sportivo di Olbia, al Centro Cash di Olbia, al Bar Euroslot di Olbia e ad un'importante centrale Enel di Olbia, nonché del furto presso la delegazione Comunale di Loiri Porto San Paolo ed in una abitazione a Porto Ottiolu. In totale sono stati verificati ed accertati diciotto tra tentativi e furti consumati con danno complessivo di oltre 200mila euro.

a breve, verrà pubblicato il video dell'operazione

8:24
Nel complesso sono state documentate circa 350 cessioni in poco più di quattro mesi, accertando altresì che nel solo periodo delle indagini gli arrestati avevano detenuto circa 1 kg di cocaina ceduta in dosi agli acquirenti
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Gli accertamenti condotti hanno consentito di appurare che i due indagati avevano trasformato la loro abitazione sita nel centro storico della città di Sassari in una piazza di spaccio aperta ad ogni ora del giorno
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