Red
27 ottobre 2020
Mini lockdown: manifestazione a Cagliari
Fipe Confcommercio Sud Sardegna aderisce alla manifestazione nazionale: duecento gestori dei locali dell’Isola arriveranno a Cagliari. L´appuntamento è per domani mattina, in Piazza del Carmine

CAGLIARI - Anche Cagliari partecipa al flashmob nazionale organizzato dalla Fipe Confcommercio per dire “no” al «mini lockdown che mette in ginocchio bar, gelaterie, imprese di catering e banqueting, locali e ristoranti». Gli imprenditori si incontreranno domani, mercoledì 28 ottobre, alle 11.30, in Piazza del Carmine, rispettando le norme di sicurezza anti-contagio e osserveranno quindi la distanza interpersonale per evitare gli assembramenti. Tutti saranno distanziati, con la mascherina, in silenzio. In mano, terranno un foglio A4, le scritte richiameranno i loro valori (economici e sociali della categoria). Per questo è prevista la partecipazione di duecento persone al massimo e le adesioni sono arrivate da tutta l’Isola. Sarà presente anche una delegazione dei rappresentanti del mondo della notte che non lavorano da oltre due mesi.
«Manifestiamo da una parte il dissenso verso questo provvedimento di chiusura alle 18 che va contro il buonsenso e contro le statistiche registrate secondo cui solo il 3percento dei contagi dipende dalla frequentazione dei ristoranti e pubblici esercizi in generale - spiega il presidente di Confcommercio Sud Sardegna Alberto Bertolotti - dall’altra richiediamo con grave urgenza alle Amministrazioni pubbliche una serie di provvedimenti che ristorino nell’immediatezza le aziende che saranno costrette a chiudere in quanto da questo momento in poi da soli non ce la facciamo più». A Cagliari oggi si contano 1402 locali, di cui 871 ristoranti e 499 bar, il resto sono catering e mense. I gestori dei locali occuperanno contemporaneamente le piazze di dieci città italiane capoluoghi di regione (Bologna, Cagliari, Firenze, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino Trento e Verona), oltre Bergamo.
I locali in tutta Italia occupano oltre 1,2milioni di addetti, con la manifestazione di domani si vuole chiedere alla politica di intervenire in maniera decisa e concreta per salvaguardare un tessuto di 340mila imprese che, prima del Covid19, nel Paese generava un fatturato di oltre 90miliardi di euro ogni anno. «Le direttive del Governo non prendono in considerazione il nostro lavoro, i nostri sacrifici - dice il presidente Fipe Confcommercio Sud Sardegna Emanuele Frongia - chiusura alle 18 significa per buona parte del nostro comparto non continuare ad aprire, si tratta di un attacco all’attività se si considerano tutte le spese che si affrontano ogni mese come affitti, buste paga e il resto. Il Dpcm ci coglie totalmente impreparati e ci mette davanti a una totale incertezza».
Nella foto: il presidente Fipe Confcommercio Sud Sardegna Emanuele Frongia
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