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S.A. 19 marzo 2025
«A Villa Maria Pia chi ha autorizzato l´associazione»
Lo chiede il consigliere comunale di Fdl Alessandro Cocco che insiste sul caso della nuova sede del Consiglio comunale ad Alghero destinata ad un dibattito promosso dall´associazione Maestrale, all´indomani della revoca dell´autorizzazione
«A Villa Maria Pia chi ha autorizzato l´associazione»

ALGHERO - «Dopo che Fratelli d’Italia ha segnalato il fatto a mezzo stampa e ha provveduto a depositare un'interrogazione con carattere d’urgenza, il Presidente del Consiglio comunale Pirisi ha annunciato la “revoca” della location di Villa Maria Pia per l’evento dell’associazione “Maestrale” dell’ex sindaco Mario Bruno e del PD. Una decisione che riconosce ciò che era evidente a tutti: non si può permettere che un’associazione di chiara matrice politica inauguri, prima ancora del Consiglio comunale stesso, la sede provvisoria dell’Assemblea cittadina per farne una passerella. Il Presidente Pirisi dimostra così grande senso delle istituzioni». Dopo il plauso di Pais a Pirisi, arriva anche quello di Alessandro Cocco, consigliere comunale nelle fila di Fratelli d'Italia, dopo la polemica sulla sede da destinare all'associazione Maestrale [LEGGI].

«La scelta di lasciar inaugurare a un'associazione politica la nuova sede istituzionale provvisoria del Consiglio Comunale sarebbe stata infatti una forzatura politica inaccettabile, che ha messo in imbarazzo il Sindaco e la maggioranza, al punto che anche alcune forze civiche e centriste della coalizione hanno espresso la loro contrarietà. Dobbiamo rilevare e apprezzare infatti l’intervento del Capogruppo di Noi Riformiamo Alghero, Gianni Martinelli. Resta però il nodo politico: chi aveva autorizzato questo evento, che l’ex sindaco Bruno aveva già annunciato pubblicamente, prima a mezzo social e poi a mezzo stampa?» insiste Cocco. E conclude: «Ora chiediamo che si faccia chiarezza su chi abbia concesso la sede istituzionale per un’iniziativa di natura politica, con quale richiesta e ricevendo quale risposta. Questa vicenda conferma in definitiva un dato: una certa parte del PD rappresentata da Bruno, Esposito e Daga, oggi vorrebbe utilizzare le istituzioni come cosa propria, ma questa volta ha dovuto fare marcia indietro per scelta degli stessi compagni di partito.»



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