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A.B. 2 maggio 2009
Il pianoforte di Bojan nella foresta Crastazza
Previsto per domani pomeriggio il concerto inserito nella rassegna organizzata da Time in Jazz
Il pianoforte di Bojan nella foresta Crastazza

BITTI – Quarto appuntamento con “Altipiani”, la rassegna di concerti solistici per pianoforte ideata ed organizzata dall’associazione “Time in Jazz” nell’ambito di “Foreste aperte”, le visite promosse dall’“Ente Foreste della Sardegna” alla scoperta di sei diverse foreste demaniali nell’arco di altrettanti weekend. Stavolta è il turno della foresta Crastazza, nel territorio di Bitti, dove domani, domenica 3 maggio, alle ore 16, entra in azione Bojan Zulfikarpasic, pianista serbo, ma francese d’adozione, di grande tecnica e originalità stilistica, capace di mescolare nella sua ricca tavolozza sonora il jazz con la musica colta e i colori della tradizione balcanica.

Il quarantunenne di Belgrado, cresciuto in una famiglia di appassionati di musica, ha coltivato da presto il suo talento. Studia pianoforte dall’età di cinque anni, per proseguire poi nel locale conservatorio. Nel 1986, grazie ad una borsa di studio, passa tre mesi negli Stati Uniti per studiare con Clare Fisher. Dopo il servizio militare in patria (nell’orchestra dell’Esercito scopre la ricchezza della musica balcanica), nel 1988 si trasferisce in Francia, dove in breve tempo si afferma tra i nomi di spicco della scena jazzistica locale. Si iscrive al “Cim”, una scuola di riferimento per molti giovani artisti, e comincia a suonare con altri musicisti: con il chitarrista Noël Akchoté si esibisce in duo e in quintetto nei club parigini mentre stringe amicizia con altri jazzisti della sua generazione, come Julien Lourau e Magic Malik.

I primi riconoscimenti importanti non tardano ad arrivare: nel 1990, rimpiazzando il pianista nel quartetto del contrabbassista Marc Buronfosse, conquista il primo premio da solista al “Concours de la Défense”. L’anno dopo, entra a far parte dell’“Azur Quartet” di Henri Texier, e poi dei gruppi guidati dal clarinettista Michel Portal: due musicisti prestigiosi che lo proiettano sulla ribalta jazzistica transalpina e non solo. Con il suo particolare linguaggio musicale, un vocabolario di jazz arricchito da dosi moderate di folk balcanico, Bojan Zulfikarpasic lascia la sua impronta in tutti i gruppi in cui suona.

Oltre all’attività come “sideman”, il pianista serbo è attivo alla testa di propri gruppi. Nel 1993 inizia la sua collaborazione con l’etichetta “Label Bleu”, con l’incisione dell’album di debutto del “Bojan Z Quartet”, registrato a New York, seguito due anni più tardi da “Yopla!”, sempre in quartetto. Nel 1999 esce invece il suo progetto multietnico “Koreni”, che riunisce otto musicisti di origini differenti, fra cui il percussionista algerino Karim Ziad e il grande suonatore di ney turco Kudsi Erguner. Apprezzatissimo a livello internazionale, nel 2001 esce “Solobsession”, il quarto album a suo nome: un disco di grande ricchezza compositiva che conferma la sua statura di pianista originale e di straordinario talento.

Nominato cavaliere dell’“Ordre des Arts et des Lettre” dal Ministero della Cultura francese, nel 2002 ottiene anche il “Premio Django Reinhardt” come musicista dell’anno dell’“Accademia Francese del Jazz”. Registrato a Brooklyn nel 2003, il suo quinto album per la “Label Bleu” (nonché il primo in trio), “Transpacifik”, inaugura le collaborazioni con musicisti americani: dapprima con il contrabbassista Scott Colley e il batterista Nasheet Waits, poi con Ben Perowsky o, più di recente, con Ari Hoenig alla batteria.

Vincitore dello “European Jazz Prize” (Hans Koller prize) nel 2005 come miglior jazzista europeo, con il suo ultimo disco, “Xenophonia”, mentre nel 2007 ha conquistato il premio “Les victoires du jazz” per il miglior album dell’anno. Il prossimo fine settimana, tappa in Ogliastra per “Foreste aperte”: nella foresta Montarbu, nei pressi di Seui, domenica 10 maggio, sempre alle ore 16, per Altipiani, sarà di scena la pianista cagliaritana Silvia Corda.

Nella foto: Bojan Zulfikarpasic (foto di Volker Beushausen)
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