A.B.
2 luglio 2009
Elio chiude l’undicesima edizione di Abbabula
Il primo ed ironico viaggio fu…turista dell’artista milanese, ha concluso la serie di appuntamenti

SASSARI - Si è chiusa ieri, in una Piazza Santa Caterina stracolma, l’undicesima edizione del “Festival Abbabula”, allestito dalla cooperativa “Le Ragazze Terribili”. Un ultimo appuntamento, che ha visto la prima nazionale di “Elio e i Fu…turisti”, spettacolo dedicato ai cent’anni del movimento fondato da Filippo Tommaso Marinetti, riscuotendo curiosità e simpatia fin dalle prime battute.
Atmosfere retrò per una serata con protagonista, l’eccentrico artista milanese, accompagnato da Danilo Grassi (capomacchina e percussioni), Corrado Giuffredi (clarinetto), Giampaolo Bandini (chitarra), Enrico Fagone (contrabbasso), Cesare Chiacchiaretta (fisarmonica), che l’ha visto cimentarsi con mestiere in una quindicina di pezzi degli Anni Venti del Novecento, tra brani originali, composti per l’occasione dallo stesso Elio e Piero Bodrato, su musica di Nicola Campogrande, reperti d'epoca e letture semi-serie.
Il viaggio nel mondo futurista ha portato per la prima volta in scena “La magnifica spedizione a Marechiare”, per uccidere il chiaro di luna: un immaginario e fallimentare tour in torpedone da Milano a Napoli, dove Marinetti, se non avesse sbagliato il calcolo delle fasi, avrebbe scaricato qualche revolverata contro la luna. Si parte con il primo brano “Caffè Bifi”, primo ritrovo futurista a Milano, si continua con il “Torpedone”, percorso tra le nebbie di Correggio, per fare tappa al “Casino”, pezzo definito dallo stesso Elio di «lirismo sintetico e sentimento fisico». “Divina Avanguardia”, racconta la visita a Firenze per prendere buoni consigli di una vita sana dal sommo Dante. Nuova puntata a Roma con “Footbooler”, per un avvincente derby italico Roma-Milano. La prima parte si chiude con due brani “Zang tung tung” ed “Adesso pasta”, ovvero la decisione del gruppo di uccidere la pastasciutta visto che la luna di Marechiare non è spuntata.
Il secondo atto dello spettacolo è un’antologia di canzoni futuriste d’epoca composte da Rodolfo De Angelis ed arrangiate da Alessandro Nidi, da “Ma cos'è questa crisi?”, del 1933, a “Tinghe Tinghe Tanghe”, da “I tirolesi in visita in Italia” ad “Il mondo che fa”, inframmezzate da letture del “Manifesto futurista” e di “Come si seducono le donne”, due dei volumi partoriti dal genio di Filippo Tommaso Marinetti. Chiusura d’obbligo con due bis a grande richiesta, ovvero l’attualissima Ma cos’è questa crisi? e Tinghe Tinghe Tanghe, travolgente canzone d’amore che secondo Elio diventerà l’hit-tormentone dell’estate.
Nel pomeriggio è salita sul palco allestito nel cortile di Palazzo Ducale la combinata Gianni Zanata e Paolo Maccioni che, accompagnati dal contrabbasso di Nicola Cossu e dalle letture di Elio Turno Arthemalle, hanno presentato i loro libri: “Prestami una vita” e “Scrittori à la carte, la nouvelle cousine della letteratura sarda”. Alle 19.30, in un suggestivo angolo di piazza Duomo, la “Compagnia Danza Estemporada” (in coproduzione originale con le Ragazze terribili, che ne curano la direzione musicale) ha messo in scena in prima nazionale “S-correndo nel tempo”: suggestive coreografie di Roberto Chessa e Livia Lepri (sua anche la regia) hanno dipinto una Sardegna alternativa attraverso un mix di tradizione e ritmi underground.
Nella foto: Elio
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