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Alguer.itnotiziealgheroOpinioniPoliticaLa stravagante giunta dello sfacelo
Elias Vacca 27 luglio 2013
L'opinione di Elias Vacca
La stravagante giunta dello sfacelo
<i>La stravagante giunta dello sfacelo</i>

A vederla, anzi a leggerla, dall'esterno parrebbe così: i partiti della coalizione di centro sinistra che garantiscono la maggioranza in consiglio comunale al sindaco Lubrano ed alla sua giunta chiedono un cambio della guardia nella stanza dei bottoni, a partire dall'azzeramento delle deleghe assessoriali per proseguire con la sostituzione di tutti gli incarichi di gestione nelle partecipate. Si diceva da parte di alcuni: “il sindaco si è reso conto del malcontento, ormai neppure strisciante, diffuso in città ed intende, sebbene non del tutto persuaso, porvi rimedio”. In realtà e a ben vedere non è affatto così, come l'epilogo della vicenda dimostra. Il sindaco non vede dove stia il problema e considera ogni richiamo, ogni allarme, ogni offerta di aiuto una “stravaganza dei partiti” quando non anche un atto di reiterata ostilità.

Un tempo si diceva: l'analisi della fase è fondamentale, se l'analisi è sbagliata si sbaglia ogni passo successivo. Qui ed ora qualcuno sbaglia l'analisi. Forse la sbaglia chi vuol convincere il sindaco che qui non si va avanti per molto, forse la sbaglia il sindaco che non vede dove stia il problema. I cosiddetti partiti in realtà si riducono ad uno, il PD, le altre tre componenti della maggioranza, in ordine di appeal elettorale Alguerosa, Lista Lubrano ed Alghero Migliore, sono liste civiche molto eclettiche al loro interno. Difficile definirle partiti. Lo stesso sindaco, il suo vice, uno dei consiglieri eletti nella lista del sindaco e la portavoce della lista sono iscritti al PD. Il PD insomma annovera tra i suoi iscritti 8 consiglieri comunali su 24 tra i quali la presidente del consiglio comunale, due assessori su sei più il sindaco ed il suo vice. Se e quando vuole ha tutte le carte del mazzo. Insomma il cosiddetto problema tra il sindaco ed i partiti eclissa il nocciolo della questione: il difficile rapporto tra il sindaco ed il partito al quale, dopo essere stato eletto, si è iscritto.

Il resto è noto. Esclusa la lista che porta il cognome del sindaco possiamo schematicamente dire che Lubrano ha sempre considerato Alghero Migliore lista amica, essendone ricambiato, ed Alguerosa lista ostile, a cominciare dal veto posto sulla leader elettorale di quella e sua avversaria alle primarie Rosa Accardo. Questo sindaco però non arriva da Marte, ma quasi. Irrompe nell'agone elettorale da elettore regionale dell'attuale governatore Cappellacci, rectius da elettore anti-Soru, per il tramite del politico algherese più rappresentativo (lo dicono le urne non chi scrive), il quale, non intendendo schierare sé stesso nel ruolo assume la responsabilità di ricercare una soluzione e ritiene di trovarla nella cosiddetta società civile, appena alla sua destra, come ormai è d'uso nel suo partito, nei vertici provinciali di confindustria. Fin dalle primarie si capisce che la battaglia elettorale si consumerà tra l'attuale sindaco ed Enrico Daga, figura emergente del PD non solo locale, imprenditore e moderato egli stesso. In altri tempi avremmo detto: è una faccenda tra padroni. Il serbatoio cui attingere per sbilanciare le primarie è tutto a destra, escluso il fatto che i due potessero tirare fuori dal cilindro il coniglio di un centro sociale occupato o un comitato di precari.

Quello scontro non si è mai sopito ma si è nel tempo arricchito di una variabile inattesa: il mentore del sindaco, Mario Bruno, sollecitato a più riprese dai suoi, ai piani bassi non meno che a quelli alti, e da un apprezzabile numero di elettori decide che la misura è colma ed ai cittadini delusi (davvero non ne mancano) occorre dare una risposta. La sua analisi è: così andiamo a sfracellarci, tutti. Verrebbe cinicamente da dire, chissà chi è stato il principale artefice dell'elezione di Lubrano. Ciò se non fosse che Bruno non ritiene che il mea culpa sia cristianamente sufficiente all'assoluzione, né che il suo sindaco vada ghigliottinato. Crede che al contrario vada aiutato. E per dimostrare che non è sufficiente prendere le distanze, perchè non si possono prendere le distanze da 40.000 persone, questa volta riparte da un nome affidabile. Il suo. Tant'è che a partire dalla sua stessa disponibilità trova un'accordo “di responsabilità” con Daga e comincia a riverificare disponibilità all'impegno amministrativo di alcuni, snobbati o peggio maltrattati dalla new age curricolare, bussando a molte porte, quella dell'ex deputato Francesco Carboni, delle due donne candidate alle primarie Rosa Accardo e Maria Graziella Serra, entrambe capigruppo in consiglio, quella dell'ex consigliere ed assessore Giulio Spanu e perfino, un anno dopo la vicenda Meta, quella del sottoscritto.

Da tutti vengono, a sentire lo stesso Bruno, risposte positive. Non per il ruolo assessoriale da chi scrive e da Carboni, causa l'incompatibilità operativa acuita dalla chiusura del tribunale algherese. Comunque disponibilità a lavorare per tentare il salvataggio di sindaco, quadro politico e soprattutto città, se serve e se il sindaco lo richieda naturalmente. Al di là delle disponibilità raccolte si rende presto evidente che il sindaco è politicamente assai più munito e scaltro, anche Bertoldo a suo modo lo era, potendo confidare, nel difendere l'esistente, su almeno tre leve: quel che resta delle liste Alghero Migliore e Lista Lubrano che avversano l'ipotesi azzeramento-ripartenza e il consigliere Di Nolfo, da tempo in urto con la sua lista di riferimento proprio per disparità di vedute sul sindaco e sul lavoro della giunta, più un asso nella manica, la non compattezza del PD, nel quale alligna un'area che annovera quattro consiglieri: Tanchis, Tedde, il nuovo ri-entrato Calvia e Gavino Scala, uno troppo spesso ed a sproposito marginalizzato. Insomma se è vero che gli amici si vedono nel momento del bisogno non può davvero dirsi che Bruno abbia abbandonato, fino ad ora, il sindaco al suo destino. Il problema, si diceva, sta nella disparità di analisi. Finché le percezioni restano diverse ciascuno è convinto che l'atteggiamento dell'altro sia fuori luogo, invadente, indebitamente tutorio oppure sconsiderato, arrogante, autoreferenziale. Grande è la confusione sotto il cielo. Il sindaco ha, dal suo punto di vista, buone carte ed intende giocarle tutte. Più difficile è stabilire qual è la partita.



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