A.B.
30 luglio 2013
Cala Gonone Jazz Festival: Cala il sipario
Le chitarre magiche di Stochelo Rosenberg e Battista Giordano chiudono la serie di concerti organizzati dall’associazione Intermezzo alle Grotte del Bue Marino. Stasera il Trio di Giovanni Guidi ed il film Hope, le nuove migrazioni. Il festival si avvia alla fine con il Cala Gonone Jazz Trad

DORGALI - Ultimo magico concerto nelle Grotte del Bue Marino con l’esibizione di Stochelo Rosenberg e Battista Giordano. I due chitarristi hanno catalizzato l’attenzione sulle loro magnifiche chitarre e sui sorrisi complici, comunicando attraverso un linguaggio comprensibile a tutti: la musica. Le diversità stilistiche sono riuscite a fondersi solo grazie agli spiriti affini, senza contare le abilità tecniche dei musicisti, determinanti per portare brani provati insieme solo una volta, in una miscela di sonorità mediterranee davvero unica.
Domenica sera, il primo concerto al teatro comunale ha visto sul palco il progetto “Big Band Cala Gonone Jazz”. L’eterogeneo gruppo diretto dal determinato Ciacca ha creato un assembramento degno di nota con un particolare valore aggiunto: la presenza di differenti generazioni non a confronto, ma unite per dare nuova vita ai giganti dell’epoca d’oro del jazz grazie allo splendido lavoro portato a termine dall’italiano trapiantato a New York, Ciacca, dai musicisti Andy Fraber e Justin Echols. I pilastri scelti sono stati soprattutto Duke Ellington (i cui pezzi storici hanno visto la rivisitazione ed interpretazione della profonda voce di Pina Muroni), Freddy Green ed alcuni brani scritti da Antonio Ciacca. Gli spettatori hanno incoraggiato con applausi e complimenti questi musicisti in ascesa ed enfant prodige della musica jazz.
E questa sera, martedì 30 luglio, cala il sipario sulla 26esima edizione del “Cala Gonone Jazz Festival”. Lo scenario per la serata conclusiva sarà la cantina di Dorgali. Alle ore 21,30, la rassegna si chiuderà con un tuffo nella tradizione, dai sapori tipici alla musica. Si parte con “Humus–i sensi e l’arte”, con le degustazioni guidate di vini e formaggi di Dorgali, poi il testimone passa al “Calagonone Jazz Trad”, protagonista di un concerto con un’interessante rivisitazione delle radici musicali sarde, che vede riconfermata la presenza di Gavino Murgia al sassofono e come tenore. E’ il momento del fusion-jazz di matrice sarda. La ricerca della tradizione, rielaborata nella musica contemporanea, utilizza gli strumenti tipici senza che questi impongano la loro naturale predisposizione alla spasmodica ricerca del folklore ad ogni costo. Ogni musicista saprà invece rendersi interprete delle radici evocate dalle sonorità proposte dall’organeddu, le launeddas, su sulittu e sa chiterra (massimi rappresentanti del costume sardo, insieme al canto a tenore) unendole alle proprie esperienze artistiche, e dunque, a nuove e aperte sperimentazioni. I protagonisti della serata saranno Carlo Boeddu (organeddu), Carlo Crisponi (boche), Fabio Calzia (chiterra), Gianmichele Lai (boche e trunfa), Giuseppe Cillara (percussioni), Giacomo Longoni (launeddas e pipiaiolu), Fabrizio Bandinu (chiterra), Giovanni Magrini (boche), Gavino Murgia (sax tenore), Goine Antonello Mura (boche e mesuboche), Francesco Pintori (boche e mesuboche), Giovanni Mossa (contra) e Gavino Murgia (bassu).
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