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S.I. 2 gennaio 2015
Castelsardo: «Cuccureddu chiude il museo e incolpa gli uffici»
«Ma la cosa assurda è che si spendono centinaia di migliaia di euro di denaro pubblico per attrarre visitatori a Castelsardo e, una volta arrivati, gli si fa trovare il principale monumento sbarrato», cosi il gruppo consigliare capitanato da Matteo Santoni
Castelsardo: «Cuccureddu chiude il museo e incolpa gli uffici»

CASTELSARDO - «Il nuovo anno ha portato un amara sorpresa al paese. Si è voluto chiudere il Castello dei Doria ed il Museo dell’Intreccio, con grave danno per l’immagine e l’economia della nostra Città la quale, a causa di una scelta folle, ha visto in un attimo perdere il suo principale polo di attrazione culturale e turistica ed aumentare di 13 unità il numero dei già troppi disoccupati Castellanesi». E' il gruppo consigliare Castelsardo 3.0 a denunciare il disservizio verificatosi nella cittadina della Provincia di Sassari.

«Il sindaco Franco Cuccureddu ha dichiarato, sulle pagine della Nuova Sardegna, “non entro nel merito delle procedure d’appalto che sono tassativamente sottratte dalla legge Bassanini alla competenza degli amministratori, rientrando nelle tipiche funzioni gestionali attribuite ai funzionari” ed anche che “la normativa sugli appalti impedisce di concedere proroghe per non più di sei mesi”, ricordandosi solo ora queste norme, quando invece è ormai da tempo che, a seguito di disposizioni della Regione Sardegna si sono concesse le proroghe al fine di mantenere i progetti in essere».

«L'ultima nota del servizio dei Beni Culturali dell'Assessorato Regionale infatti invita i comuni a “confermare e mantenere attivi i progetti in essere al 31.12.2006 e fino a tutto il 31.12.2015” e, negli anni precedenti, grazie a comunicazioni dello stesso tenore, il servizio è sempre stato prorogato (in primis da Cuccureddu, negli anni in cui era sindaco) anche perché la Regione raccomanda “al fine di preservare l’esperienza maturata nel settore e per garantire la continuità dei servizi finora condotti, i comuni sono invitati a tener comunque conto dei criteri di seguito specificati: salvaguardia e tutela della peculiare esperienza acquisita nei differenti ambiti territoriali; valutazione delle professionalità che già operano o hanno operato nei differenti ambiti territoriali; uniformità dei principi di gestione per l’intero territorio regionale”».

«E’ vero, viene lasciata libertà discrezionale all’ente ma il sindaco si prenda le sue responsabilità ed ammetta che ha deciso di “rinnovare la gestione” come promesso in campagna elettorale senza scaricare sugli uffici decisioni che sono prettamente politiche, tant'è che tutte le proroghe sono state fatte con delibera di giunta comunale. Ma la cosa grave e che non si spiega, è la decisione di interrompere il servizio in giornate di festa e afflusso di persone quando si sarebbe potuto prorogare il servizio sino ad espletamento del nuovo appalto e tenere aperto il museo ed il castello che, inutile sottolinearlo, è l'emblema della città.»

«Ma la cosa assurda è che si spendono centinaia di migliaia di euro di denaro pubblico per attrarre visitatori a Castelsardo e, una volta arrivati, gli si fa trovare il principale monumento sbarrato. Da una parte si priva il borgo medievale di un servizio, quello del museo, che per la cittadina è ormai divenuto essenziale, oltretutto, con spese per il personale totalmente a carico della Regione e gli incassi a vantaggio delle casse comunali e dall'altra, l'11 gennaio prossimo, si partecipa alla trasmissione “Alle falde del Kilimangiaro” per diventare il “Borgo dei Borghi”, evidenziando un'incoerenza nella programmazione turistica che non trova giustificazioni, perlomeno, confessabili».

Nella foto: visitatori davanti al castello chiuso
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