A.B.
18 giugno 2016
Sassari: cala il sipario su JazzOp
Ultimo appuntamento per l´edizione 2016 della rassegna di produzioni originali giunta alla sua 13esima edizione ed organizzata dall’Associazione Blue Note Orchestra

SASSARI - Ultimo appuntamento dell'edizione 2016 della rassegna di produzioni originali JazzOp, giunta alla sua 13esima edizione ed organizzata dall’Associazione Blue Note Orchestra, con il contributo degli Assessorati alla Cultura della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Sassari, del Ministero dei Beni Culturali e della Fondazione di Sardegna. Dopo Soho Moods di Maurizio Giammarco ed Ojs Plays James Taylor di Luigi Giannatempo, la rassegna si chiude martedì 21 giugno, alle ore 21.30, in Piazza Santa Caterina, con il progetto Ojs Plays the Music of Jimi Hendrix.
Il concerto conclusivo di Jazz Op, inserito per tradizione all'interno delle manifestazioni coordinate dall'Amministrazione Comunale per la Festa della Musica, sarà anche quest'anno gratuito, anche se cambierà location, spostandosi dal Parco di Monserrato ad uno degli angoli più antichi del centro storico cittadino sassarese, Piazza Santa Caterina. Ojs Plays the Music of Jimi Hendrix è un progetto del trombonista e compositore Mario Corvini, che ha arrangiato il materiale del chitarrista di Seattle per l'organico dell'Orchestra Jazz della Sardegna, che dirigerà in occasione di questo concerto.
Ospite solista sarà Beppe Dettori, che dopo l’esperienza come membro dei Tazenda ha allargato il proprio raggio d’azione anche a stilemi più prossimi alla musica di ricerca, oltre alla chitarra solista di Antonio Pitzoi. La musica di Hendrix rappresenta non soltanto l’evoluzione massima del Blues nato all’inizio del secolo scorso, ma qualcosa di unico nel panorama della musica popolare, nel suo riuscito tentativo di fusione con le istanze del rock ‘n roll degli Anni Cinquanta. Gli Anni Sessanta, soprattutto in America, evolvevano verso forme musicali nuove; si diffondevano tendenze politiche innovative, e la musica, influenzata da questo diffuso desiderio di cambiamento, riuscì a sublimare questo spirito al festival di Woodstock, in cui Hendrix ha rappresentato l’apice del sentire di quei tempi, ma anche il presagio di una fine imminente. Il programma del concerto spazia tra classici hendrixiani come Angel, Crosstown Traffic, Castles Made Of Sand, Little Wing, a suo tempo splendidamente riarrangiata da Gil Evans.
Nella foto: Beppe Dettori
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