Red
4 febbraio 2017
Cultura: Silvio Raffo torna a Cagliari
Emily Dickinson e Guido Gozzano, secondo Raffo. Lo scrittore romano presenta ai ragazzi due grandi del Novecento

CAGLIARI - Poeta, saggista e traduttore, Silvio Raffo si metterà alla prova ed a disposizione della curiosità dei più giovani, grazie all’impegno del Grimorio delle Arti che lo ha voluto a Cagliari ancora una volta. L’associazione culturale ha avviato da tempo una riflessione che metta in dialogo l’Università e le scuole del territorio con i grandi autori contemporanei. Ascoltare la viva voce di chi scrive i libri che studiano apre la mente dei ragazzi, li aiuta a scoprire loro stessi ed a rapportarsi con le questioni che segnano il luogo in cui vivono. Protagonista indiscussa rimane l’attualità dei conflitti religiosi, della parità dei diritti civili, della violenza di genere e del razzismo dovuto alla paura dell’altro, affrontati con la forza della parola.
Oggi (sabato), alle ore 9, Raffo sarà accolto dai docenti del Liceo Classico Siotto Pintor per tenere di fronte ai ragazzi una lezione sul fenomeno Emily Dickinson, sulle radici della poesia novecentesca. «Ella è la poesia personificata – esordisce lo scrittore – Non esiste figura di poeta che si sia identificata con altrettanta totalità nella parola, “A Word made Flesh-Parola fatta Carne”; per questo è inevitabile l’incontro con lei nel profondo. L’essenzialità e la verità sono ciò che ogni giovane lettore vorrebbe fosse svelato, e lei è all’altezza delle aspettative: “Giovinetto d’Atene/Sii fedele/a te stesso/e al Mistero/Tutto il resto è menzogna”. La poesia dickinsoniana è un vangelo che punta dritto all’essenza, eliminando tutto il superfluo, ma ci arriva obliquamente: “Di tutta la verità, ma dilla obliqua/Il successo è nel centro”. “Love, Death,Immortality”, sono le punte del suo triangolo».
A metà mattina si sposterà al Teatro Sant’Eulalia, alle 11.30, dove metterà in scena il monologo “I’m nobody! Who are you?”, un recital ricavato sui testi della Dickinson che Raffo ha tradotto per il Meridiano Mondadori. In totale il volume contiene 1174 liriche, che ne fanno uno degli studiosi più acuti in materia. «La poesia va letta a voce alta e ascoltata – incalza Silvio Raffo – perché la poesia è anche e soprattutto suono. Le parole “vaste”, come le chiama Leopardi, hanno un'eco che va assaporata, ma non declamata. Ecco l'errore! L’enfasi di tanti attori che vogliono fare sfoggio di bravura. La lettura, o recitazione, deve essere sempre conforme all'intima natura del testo. Quando si tratta di poesia metafisica, il tono deve mantenersi sospeso e allusivo».
Infine, alle ore 21, al Teatro Arcostudios, l’autore interpreterà “Il bel romanzo che non fu vissuto”, ovvero le “chimere” di Guido Gozzano. “È un grande del Novecento. Ha dato lui l’input alle novità della poesia contemporanea: il dialogo, gli oggetti (continuando Pascoli), l’ironia, la divisione dell’io, la presenza costante della morte, il gioco... La sua straordinaria opera di “attraversamento” di D’Annunzio lo rende il più geniale protonovecentista. Il verso si compiace ancora di estetismi tardo ottocenteschi, come i contenuti dei suoi testi che tendono al sentimentale, ma l’intima ironia che li corrode rivela la modernità nichilistica. La sua è anche poesia filosofica. Vi si avverte affiorare l’ombra di Nietzsche – conclude Raffo – ma a dominare sovrana resta l’ironia». A seguire, presenterà la sua nuova raccolta in versi a lui dedicata, “Veglia d’autunno” (New Press), una testimonianza di come si possa scrivere alla Gozzano un secolo dopo. Non come “fotocopia”, ovviamente, o plagio, ma riproponendone le tematiche (il nulla, la rinuncia, il sogno) che lo hanno reso immortale. Un lessico moderno rivisita lo stile musicale del torinese. È un attestato di fede nella sola possibilità di salvezza dalla vita: quella della poesia con la “P” maiuscola.
Nella foto: Silvio Raffo
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