A.B.
23 maggio 2009
Domani a Cagliari i ritratti al pianoforte di Silvia Corda
In programma anche le ballate erotiche di Ardù per Forma e Poesia nel jazz organizzata da Shannara

CAGLIARI - Un pianoforte, poi una voce accompagnata da un altro piano. Due set distinti per due artiste cagliaritane protagoniste di un nuovo appuntamento con “Forma e Poesia nel jazz”. Il festival organizzato a Cagliari da “Shannara” prosegue domani, domenica 24 maggio, al ridotto del “Teatro Massimo”, con le composizioni e improvvisazioni al piano di Silvia Corda ed, a seguire, con le “Ossessioni d’amore” di Ardù, la poetessa erotica che canta jazz, sul palco assieme al pianista Fabrizio Mocata.
Alle ore 21, riflettori puntati su un volto noto della scena jazzistica sarda, Silvia Corda. La pianista cagliaritana porta avanti da tempo i suoi “Portraits”, un progetto musicale “intorno” al pianoforte, con cui esplora le varie possibilità sonore ed espressive dello strumento attraverso linguaggi diversi: il jazz, appunto, e l’improvvisazione intesa come composizione estemporanea, libera o strutturata su vari parametri, e sulla musica scritta di area “colta”. Su questi filoni si articolerà anche il suo concerto di domani sera che annuncia in scaletta musiche di jazzisti come Thelonious Monk, David Liebman, Ornette Coleman e Chick Corea, ma anche di compositori contemporanei come Luciano Berio ed il giapponese Toru Takemitsu, oltre a pezzi originali della stessa Silvia Corda e del contrabbassista cagliaritano Adriano Orrù.
A seguire, Arduina Perra, in arte Ardù, cantante e scrittrice cagliaritana, qui alle prese con l’interpretazione in chiave jazz delle sue “Ossessioni d’amore”, le “ballate pornografiche” pubblicate nel 1999 dall’editrice “Malatempora”. Ad accompagnarla, Fabrizio Mocata, pianista siciliano, ma fiorentino d’adozione, che ha da poco inciso il suo album “Puccini Moods”, con Ettore Fioravanti alla batteria. Artista girovaga, Ardù ha attraversato l’Italia suonando con il gruppo “Beat Mazinas”, con il pianista Alberto Orrù, e poi cantando per anni fra locali e discoteche di mezzo mondo. Con un timbro di voce caldo, sensuale e graffiante canta le sue poesie intrise di erotismo e passione. Quasi un grido d’amore a volte tenero, altre disperato, sempre intenso.
“Forma e poesia nel jazz” ritorna a metà settimana con l’ultima serie di concerti di questa dodicesima edizione. Mercoledì 27 maggio, al “Teatro Alfieri” è di scena il trio del trombettista torinese Fabrizio Bosso, con il pianista cagliaritano Luca Mannutza, qui impegnato anche all’organo hammond, ed il batterista Lorenzo Tucci. La sera dopo, giovedì 28, il palco dell'Alfieri è tutto per un autentico paladino del jazz italiano, Enrico Pieranunzi, “en solitaire” col suo pianoforte per “giocare” con gli spunti tematici di alcune sonate barocche di Domenico Scarlatti. Venerdì 29, la rassegna trasloca per l’ultima volta all’“Auditorium del Conservatorio”, per l’omaggio a Léo Ferré del pianista Roberto Cipelli, con Attilio Zanchi al contrabbasso, Philippe Garcia alla batteria e con la partecipazione di Paolo Fresu (tromba e flicorno) e del cantautore piemontese Gianmaria Testa (voce e chitarra). “Forma e poesia nel jazz” chiude i battenti sabato 30 maggio: dalle 18 in poi, alla Galleria d'arte Paola Frau, serata speciale con la partecipazione di artisti e progetti locali.
Nella foto: Silvia Corda
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